Un bellissimo weekend in rosa

La solita TsunAry e una spada ritrovata. Ci voleva un weekend così. Con la vittoria di una straordinaria campionessa che continua a essere una inarrestabile schiacciasassi, quella Arianna Errigo che a Budapest si era presa il primo titolo mondiale della sua carriera, che a Parigi, a novembre, aveva ritirato anche la Coppa del Mondo, e che dopo l’esordio vincente a Danzica è preoccupata per il raffreddore e l’influenza che l’hanno colpita in questi giorni, poco prima della partenza per l’Ungheria, dove il 7 febbraio (sarà l’8 per lei, che salterà le qualificazioni). Come se qualche linea di febbre possa bastare a fermare uno TsunAry.

E ci voleva un weekend così per Rossella Fiamingo, che è tornata sul podio dopo due anni, per Marta Ferrari, alla sua prima finale di Coppa del Mondo tra gli assoluti, per tutta la spada femminile italiana.
Perché portare due ragazze nelle otto, quattro tra le 16, sei nelle 32 e sette (sulle otto convocate dal ct Sandro Cuomo) nelle 64, è una bella risposta a chi critica il movimento. Una grande reazione d’orgoglio dopo la partenza così così di Doha.

E sarebbe potuta andare ancora meglio. Perché al di là del 13-15 con l’estone Embrich che ha fermato al terzo posto Rossella Fiamingo, continuano a bruciare quell’unica stoccata che ha lasciato Bianca Del Carretto fuori dagli ottavi, e i due derby che sono costati l’eliminazione ad Alberta Santuccio (fuori nei 64 per il 12-13 contro Mara Navarria) e Brenda Briasco (out nei 32 con Marta Ferrari).

Ha vinto Ana Maria Branza, alla fine. E tanto per cambiare. Ma le italiane sono lì tra le migliori. Con la Fiamingo che non sbaglia un colpo e si toglie lo sfizio di rifilare un 15-3 a domicilio a Emese Szasz, con una giovane come la Ferrari che comincia a esprimere una scherma di primissimo livello anche tra le assolute, con Mara Navarria e Francesca Quondamcarlo che hanno portato a casa un bel piazzamento nelle 16.

C’è mancata solo la ciliegina sulla torta, quella che ci aspettavamo dalla sciabola femminile ad Orleans. Il 16esimo posto di Martina Petraglia è un risultato prezioso per una ragazza giovane che ha già mostrato più volte il suo talento, ma non è tutto qui il potenziale delle ragazze italiane. Arriverà molto di più dalle altre, a partire da Irene Vecchi. Magari già dal prossimo weekend, a Dakar terra di moto e rally, più che di pedane. Il posto migliore dove dare una sterzata e un’accelerata a questo inizio di stagione. Forza ragazze!

 

Twitter: GabrieleLippi1

Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma
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