Ragazze d’argento

A Gand le sciabolatrici si fermano solo in finale. Piegate dalla Russia. Ma battono l’Ucraina di Kharlan.

 

Ormai ci hanno preso l’abitudine. Due gare a squadre e due secondi posti. Conferma doveva essere e conferma è stata per la squadra italiana di sciabola femminile. Ma l’argento arrivato a Gand, al termine della finale persa 45-39 contro la Russia, ha un sapore speciale, forse anche migliore di quello di Dakar. Perché Irene Vecchi, Ilaria Bianco, Rossella Gregorio e Martina Petraglia hanno dimostrato di poter battere chiunque, anche l’Ucraina della cannibale Olga Kharlan.

È successo in semifinale, con un assalto ad altissima tensione. Un 45-44 che è arrivato con l’ultima stoccata messa da Irene Vecchi proprio sul momento migliore della campionessa del mondo, capace di salire in pedana con un gap di otto stoccate, sul 40-32 per l’Italia, e di arrivare a mezzo millimetro dalla rimonta clamorosa. Irene è così, vincere facile proprio non le piace. Ma alle avversarie, di solito, lascia solo l’illusione dell’impresa, perché quasi sempre l’ultima botta la mette lei. Era successo a Bologna con la Francia, un anno fa, ma anche a Zagabria, agli Europei, nell’assalto per il bronzo con la Polonia.

Stavolta l’avversario era il più duro che si potesse trovare in questo momento, ed era fondamentale che Irene salisse in pedana con un buon vantaggio. Le azzurre lo sapevano, e assalto dopo assalto hanno costruito una vittoria che sa di rivincita dopo la finale di Dakar. Si può battere anche l’Ucraina, come la Corea del Sud della campionessa olimpica Kim, superata nei quarti per 45-37. Si può battere ogni avversaria, perché questa squadra è forte, davvero forte, e non molla mezzo centimetro.

Contro la Russia poteva finire molto prima, perché sul 35-22 la rimonta era difficile anche da pensare. E invece Rossella Gregorio è scesa in pedana con una rabbia pazzesca, ne ha messe 12 prima di concedere la quinta all’avversaria, ha portato il punteggio sul 40-34, dando un senso all’ultimo assalto tra Irene Vecchi e Yana Egoryan, concluso poi sul 45-39 per le russe.

Per la vittoria manca qualcosa, ma è davvero poco, pochissimo. E la sensazione è che possa arrivare molto presto.

 

Twitter: GabrieleLippi1

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Foto di Augusto Bizzi per Federscherma
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