Lexan, a chi mancherà?

Maschere col visore trasparente cancellate. Non tutti l’hanno presa bene. I pareri raccolti da Pianeta Scherma.

 

Il primo marzo 2014 verranno messe al bando le tanto discusse maschere con visore in policarbonato e rivestimento in lexan, utilizzate specialmente dagli sciabolatori, e già abolite da tempo per la spada e il fioretto. Sin dalla loro introduzione, sono state al centro delle polemiche degli schermitori di tutto il mondo, e ora che “finalmente” verranno sostituite con le maschere tradizionali “a retina”, abbiamo chiesto agli esponenti della sciabola italiana, atleti, maestri e arbitri, cosa realmente ne pensano.

Aldo Montano (nazionale italiana sciabola, oro olimpico ad Atene 2004): «A me non sono mai piaciute».

Martina Petraglia (nazionale italiana sciabola): «Mi dispiace un po’, ma è solo questione di abitudine. Ho iniziato a non usarla da qualche mese per prendere confidenza di nuovo con la vecchia maschera».

Francesca Buccione (nazionale italiana sciabola): «Inizialmente, mi ci sono trovata bene, ma, con l’andare avanti, ho trovato alcuni difetti, tipo appannamento, scarsa visibilità dopo mesi di utilizzo e quindi durata breve del vetrino e difficoltà a respirare. Sinceramente appoggio l’abolizione».

Rossella Gregorio (nazionale italiana sciabola): «Da un punto di vista puramente estetico è un peccato questa abolizione, perché comunque lo sguardo dell’atleta può trasmettere tanto, sia all’avversario che hai di fronte, che a chiunque veda un assalto di sciabola. Quindi, da un punto di vista scenico, insieme al sistema wireless, rendeva la sciabola, se mi passate il termine, più “figa”. Ci sono i pro e contro come in tante cose, io mi abituo facilmente ai vari cambiamenti, o almeno ci provo. Sicuramente era un po’ peggio la respirazione, poi il visore si appannava ogni tanto, quindi dovevi usare dei prodotti per il vetro per evitarlo».

Luca Curatoli (nazionale italiana sciabola): «Secondo me, abolire la maschera con il vetrino nella sciabola è una cosa inutile… Perché sicuramente non c’è pericolo che si rompa visto che la sciabola, rispetto alla spada e al fioretto, è più leggera e non si tocca di punta, e inoltre riduce di molto la spettacolarità della disciplina. Per fortuna, io in palestra ho sempre usato quella senza vetro quindi abituarmi non sarà difficilissimo».

Lucrezia Sinigaglia (nazionale italiana sciabola): «La maschera con il vetro ha pregi e difetti. Per quanto concerne i primi, direi che rende l’assalto – per chi lo guarda e per chi lo fotografa – più spettacolare, permettendo di cogliere lo sguardo dell’atleta che ne rispecchia lo stato d’animo. Un altro pregio, per chi sceglie di usarla, è quello di poter godere di una visuale più chiara e luminosa, unendola alla possibilità di sottrarre qualche centimetro di bersaglio, che mediamente si traduce in una stoccata in meno subita ogni uno/due assalti. Tuttavia a mio parere prevalgono i difetti. Il vetro ovviamente si graffia parecchio (quindi necessita di essere sostituito di frequente), si appanna a causa del respiro e la maschera è nel complesso meno traspirante. Inoltre la non regolamentazione, seppur da un lato lascia la scelta al tiratore riguardo la tipologia di maschera che preferisce, fa sì che non ci sia esatta parità di mezzi in un incontro in cui si affrontano due avversari con i due diversi tipi di maschera, cosa non proprio conforme alle regole dello sport (combattuto ad armi pari). In ultimo, ma il punto più importante, è il tema della sicurezza. I dubbi per la pericolosità sono stati riflessi in un ritiro dal commercio per la spada e il fioretto. Inoltre non è da sottovalutare il fatto che di frequente il vetrino viene cambiato dall’atleta stesso, non garantendo che sia fissato bene, cosa che non viene neanche controllata prima delle gare o in allenamento, esponendo l’atleta a seri rischi per la sua incolumità. Pertanto, alla luce soprattutto di questi ultimi aspetti, ritengo che sia giusto ritornare all’uso della maschera tradizionale».

Alessandro D’Alessio (maestro di sciabola nazionale U17): «Sicuramente le maschere con il “vetrino” hanno contribuito a rendere più appetibile il prodotto scherma a livello televisivo, motivo trascinante secondo me per la loro introduzione. Per quanto riguarda la sciabola, non ho mai ascoltato pareri negativi da parte di atleti sull’utilizzo della stessa, anzi essendo nell’arma bitagliente quello della testa, un bersaglio molto colpito, il lexan portava in dote diverse stoccate evitate. Da un punto di vista tecnico e dell’ insegnamento non c’è differenza tra i due prodotti, mi auguro che il ritorno alla maschera tradizionale, contribuisca fattivamente al miglioramento della sicurezza in pedana».

Irene Vecchi (nazionale italiana sciabola): «Credo che sia una questione di sicurezza, e che come tale debba essere rispettata, magari perdendo un po’ di “spettacolarità televisiva”. Personalmente meglio, la maschera tradizionale, pesa decisamente meno».

Marco Ciari (nazionale italiana sciabola): «Uso da anni la maschera “senza il vetrino”. A livello di visuale mi trovo bene, e in un certo senso non scopro le mie espressioni all’avversario. D’altra parte sono anche contento, visto che ogni tanto, data la mia altezza, purtroppo non accendevo la mia luce perché toccavo l’avversario proprio su quella parte della maschera che non è elettrificata».

Luigi Samele (nazionale italiana sciabola): «Sinceramente è una cosa che si poteva evitare. Soprattutto perché è stata abolita senza un largo preavviso necessario a tanti atleti che, come me, si erano attrezzati comprando una maschera nuova per la stagione in corso. Come al solito ci adegueremo».

Riccardo Samele (arbitro internazionale): «Il poco preavviso del cambiamento, potrebbe creare disappunto in tutti gli atleti e in tutti i genitori che hanno appena acquistato una maschera con il vetrino o dei vetrini “di scorta”, perché tutto questo non potrà più essere utilizzato. Sinceramente l’idea di poter “gustare” lo sguardo dell’atleta nel momento dell’esultanza o nel momento di rabbia era qualcosa di molto piacevole. L’utilizzo della vecchia maschera garantirà sicuramente più sicurezza agli atleti e gli permetterà di riconquistare quella fettina di maschera che fino al primo marzo 2014 non si accendeva al momento della stoccata».

Enrico Berrè (nazionale italiana sciabola): «Ogni tanto devono cambiare le regole senza un motivo ben chiaro, questa volta la novità è l’abolizione del vetrino. Io mi ero trovato molto bene, ma se le regole sono queste e le seguiamo. Solo questione di abitudine, alla fine non cambia granché».

Ilaria Bianco (nazionale italiana sciabola): «Io non mi trovavo bene, era molto più pesante. Secondo me non era molto sicura, quindi meglio cosi».

Luigi Miracco (nazionale italiana sciabola): : «Per me uno sport molto “antico” e poco televisivo, come la scherma era riuscito, attraverso l’inserimento della maschera col vetro, a dare quel pizzico di modernità e spettacolarità in più. Riuscire a vedere il volto dell’avversario, la sua espressione, la sua paura e la sua sicurezza, era sicuramente un fattore».

Loreta Gulotta (nazionale italiana sciabola): «Penso che l’ introduzione del vetrino abbia reso ancora più spettacolare la visione di un assalto di sciabola. Guardare gli occhi degli schermidori dalla messa in guardia, e durante tutta la stoccata è come sbirciare il loro stato d animo! Il divieto dal prossimo marzo di usare maschere col vetrino penso sia arrivato dall’ accertamento di rischi concreti per noi schermitori. La scherma è uno sport affascinante e adrenalinico, e penso rimarrà tale anche senza vetrino. Tirare in sicurezza è senza dubbio più divertente».

Alessandra Lucchino (nazionale italiana sciabola): «C’è tanta confusione. Prima era obbligatoria, ora è vietata. Forse è più comodo così, perché il cambio del vetrino, a volte, dava problemi».

 

Twitter: CarolaDiGiorgio

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Foto di Augusto Bizzi per Federscherma

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