Una settimana esagerata

Dal podio dell’Europeo under 20 a quello della Coppa del Mondo assoluta. Intervista ad Alberta Santuccio.

 

A tradire la giovanissima età è il volto pulito da teenager. Ma quando sale in pedana, Alberta Santuccio dimostra una maturità da grande. A Barcellona, alla sua seconda gara di Coppa del Mondo assoluta, si è presa una medaglia di bronzo, appena quattro giorni dopo aver conquistato un argento agli Europei giovani. Il ct Sandro Cuomo crede in lei, tanto da affidarle la chiusura di un difficile match nella gara a squadre in Catalogna. Così, Alberta, dovrà imparare a fare la spola tra la sua categoria e le gare tra le grandi. Perché in ballo c’è un Mondiale Giovani, ma anche l’occasione per crescere e maturare ancora. E dare continuità a quel bellissimo risultato spagnolo.

 

Una settimana intensa. Quali sono le emozioni che hai vissuto?
Di emozioni in questa settimana ne ho vissute tante.. Dalla rabbia per aver deluso me stessa in questo mio ultimo Europeo individuale junior, all’amarezza di essere stata a un passo dal gradino più alto a squadre. Ma allo stesso tempo la gioia di aver comunque conquistato una meritatissima medaglia con le mie compagne.

Dall’Europeo under 20, con un’individuale così così e un argento un po’ agrodolce a squadre, alla notizia dell’esordio nel quartetto assoluto e al podio individuale di Barcellona. Se te l’avessero detto prima ci avresti creduto?
No, non avrei mai immaginato di arrivare dove sono arrivata. Nonostante magari le persone mi dicessero che c’erano le possibilità, io non ci credevo ancora. Invece, con molta felicità, mi sono dovuta ricredere.

La tua è stata una due giorni lunghissima. Nonostante un girone praticamente perfetto hai dovuto tirare una spareggio a cinque e due dirette a 15 per arrivare al tabellone dei 64. Quanto è stressante psicologicamente una situazione del genere?
Sì, sono stati due giorni lunghi e stressanti. Purtroppo dopo un buon girone ti aspetti di passare, e quando così non è rimani un po’ spiazzata. Nonostante ciò sono riuscita a ritrovare la concentrazione e a continuare tranquillamente.

A stupire, oltre al risultato, è stata l’autorevolezza con cui hai condotto gli assalti. Fino alla semifinale non hai mai subito più di 9 stoccate. Poi cosa è successo?
Devo dire che ero abbastanza in giornata. Ho tirato bene e ho tenuto bene a mente i miei obbiettivi. In semifinale purtroppo non ho tirato con la stessa grinta e concentrazione di prima e dopo qualche botta di svantaggio, sbagliando, mi sono un po’ lasciata andare. Ma va bene così, ho ancora molto da imparare.

Anche nella prova a squadre sei stata positiva. Hai condotto una rimonta contro la Corea del Sud. Poi lo stop con la Russia. Sono loro le più forti in questo momento?
Nella prova a squadre è stata per me una sorpresa chiudere contro la Corea. Sono stata contenta di aver potuto dare anche io il mio primo contributo a questa squadra. La Russia è sicuramente tra le squadre più forti e compatte, ma io purtroppo non conosco ancora bene le altre squadre da poter giudicare, visto che è un mondo su cui mi sto affacciando solo adesso. Penso che comunque l’Italia non sia da meno.

A differenza di altri colleghi siciliani, tu hai scelto di restare nella tua isola. Una scelta che condividi con Rossella Fiamingo. Come mai?
Ho scelto di restare nella mia terra perché, come Rossella al suo, io sono legata al mio maestro Mimmo Patti. Mi ha cresciuta lui, schermisticamente ma anche in parte nella vita di tutti i giorni. Insieme abbiamo fatto grandi progetti ed è con lui che voglio raggiungere le mete che ci siamo posti. Con Mimmo, ormai, abbiamo un rapporto che va oltre quello allieva-maestro. Quindi io non vedo il motivo di dover cambiare nulla.

Più di una volta ti abbiamo vista rimontare anche svantaggi pesanti. Un anno fa, ai mondiali under 20, sei stata capace di infilare un 20-7 in una prova a squadre in appena tre minuti. Una vera rarità per la spada, dove si fa fatica a metterne 15 in nove minuti. Come descriveresti la tua scherma?
La mia è una scherma, diciamo, “aggressiva”, quindi si presta anche per queste a delle rimonte. Certo, non dico che sempre sia possibile, però sono una che non demorde e che non si arrende facilmente, quindi fino alla fine ci provo sempre.

Hai ancora un anno tra i giovani, ma l’impressione è che ora farai la spola tra la tua categoria e gli assoluti. Pensi sarà difficile conciliare entrambe? Tieni più al mondiale di categoria, il tuo ultimo, o alla Coppa del Mondo senior?
So già che questo sarà un anno abbastanza impegnativo tra gare giovani e assoluti. Senza dubbio tengo molto al mio mondiale, in quanto non sottovaluto assolutamente le gare junior. Cercherò di conciliare al meglio il tutto.

Cosa fa Alberta Santuccio quando non è in pedana? Cosa sogna di fare da “grande”?
Fuori dalla pedana sono una normalissima ragazza di 20 anni che ama stare con gli amici e divertirsi. Allo stesso tempo ritaglio del tempo per continuare gli studi in psicologia. Per quanto riguardo quello che voglio fare da grande, non ho ancora le idee ben chiare in merito. Diciamo che in questo momento punto più ad obbiettivi a breve termine e saranno anche questi a decidere cosa ne sarà del mio futuro.

 

Twitter: GabrieleLippi1

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Foto di Augusto Bizzi per Federscherma
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