Tre arbitri, una passione

Intervista a tre giudici internazionali di fioretto. La scherma vista da chi dirige i match.

 

Pianeta Scherma ha recentemente incontrato, a margine di una competizione di Coppa del Mondo di fioretto, tre giovani arbitri ma molto stimati dalla Fie e intensamente utilizzati e convocati dalla Commissione arbitri. Si tratta di una intervista veloce in sei domande; la classica intervista doppia che questa volta è una intervista tripla.

Nome, cognome, città, Paese e anno di nascita.
Mohamed Ayoub Ferjani: Mi chiamo Mohamed Ayoub Ferjani, vengo dalla Tunisia, anche se ora studio a Parigi, sono nato nel 1986.
Vilem Madr: Buon giorno da Vilem Madr, vengo dalla Repubblica Ceca, vivo a Ostrava, son nato l’8 marzo del 1986.
Marco Pistacchi: Sono Marco Pistacchi, sono nato e vivo a Genova, la mia classe è il 1979.

Quando hai iniziato ad arbitrare nel tuo Paese, quando sei diventato arbitro internazionale Fie?
MAF: Ho iniziato ad arbitrare molto giovane, prima di essere maggiorenne, in allenamento prima e poi nelle gare nazionali sino al 2006. Come molti schermidori, mi sono appassionato all’arbitraggio, ho studiato i regolamenti e appunto nel 2006 ho sostenuto e superato gli esami per diventare arbitro internazionale, la sessione d’esami era in Marocco. Ora mi dedico solo alle gare internazionali.
VM: Dopo un infortunio in allenamento di fioretto nel mio Paese e una lunga sosta, ho cominciato come arbitro nelle competizione nella Repubblica Ceca. A 23 anni, a Istanbul nel 2009, dopo un seminario di formazione e quindi con gli esami a conclusione, sono diventato arbitro internazionale di scherma.
MP: Ho iniziato a 18 anni a dirigere in Liguria. Nel 2001 sono diventato arbitro nazionale, nel 2003 arbitro internazionale Fie alle tre armi. Sono più di 11 anni che vengo chiamato nelle competizioni internazionali e ne sono contento.

Tu sei stato o sei tuttora atleta in quali armi? Sei anche maestro nel tuo club, nel tuo Paese?
MAF: Sì, sono ancora in parte in attività come fiorettista, come allenamento personale – scherma fitness – e nelle gare in Tunisia. Sto studiando e perfezionandomi come maestro di scherma in Francia e conto di tornare a insegnare in Tunisia.
VM: Il fioretto è stata la mia arma come schermidore. Ora lavoro come impiegato e solo in parte dedico il mio tempo all’occupazione di organizzatore e tecnico di scherma.
MP: Sono stato principalmente un fiorettista, ma ho tirato anche di sciabola e spada per divertimento e per portare qualche punto in più alla mia Società di appartenenza. Adesso, oltre ad arbitrare, sono istruttore presso il Centro sportivo Genovascherma.

Parliamo del video arbitraggio, diteci un lato positivo e dimmi un aspetto negativo, qualcosa da migliorare.
MAF:
Il video arbitraggio è qualcosa di molto bello, molto utile. Insomma è diventato in breve una necessità assoluta per le competizioni di alto livello, a tutela degli arbitri, degli atleti, dei tecnici. Certamente qualcosa potrebbe essere migliorato; la mia proposta è di aggiungere una seconda videocamera sul lato opposto per verificare la copertura di bersaglio con la mano non armata. Credo l’impatto economico non sia elevato per aggiungere una seconda ripresa e questo suggerimento potrebbe essere preso in considerazione a breve. Sull’utilizzo del video arbitraggio abbiamo molto discusso tra noi arbitri e in occasione di seminari internazionali: ad esempio l’utilizzo della moviola/rallenti è utile per alcuni dettagli, ma l’azione deve essere vista a velocità reale; è un errore a mio parere partire dall’azione al rallentatore per prendere la decisione.
VM: Nel fioretto, che è un’arma convenzionale, il video arbitraggio è stato e sarà utilissimo. Come arbitro sono contento di avere questo strumento, mi rende più tranquillo di dire subito come io ho visto l’azione, insomma è per me un aiuto prezioso. Preferisco la velocità reale per ricostruire l’azione, ma il rallenti del 30% è utile in molte altre occasioni; insomma l’attuale sistema di video arbitraggio è sufficientemente flessibile per aiutare l’arbitro.
MP: Il video arbitraggio ha sicuramente dato un grosso aiuto al nostro sport, limitando l’errore dell’arbitro, a vantaggio della correttezza del risultato finale del match. Rispetto ai primi anni è stato migliorato soprattutto il “modo di usare” il video arbitraggio. Vorrei citare due esempi pratici su tutti: a) vi sono azioni che vanno viste a velocità reale, altre con l’ausilio della moviola; b) per quanto riguarda il ruolo dell’arbitro che sta al video (nei match dal Tabellone dei 64, eliminazione diretta, in avanti è previsto un arbitro principale alla pedane e un assistente al video arbitraggio, che siede appunto al tavolo del computer, ndr) è molto importante che sia attento all’azione dal vivo, perché la tecnologia non è ancora perfetta: soprattutto le azioni con il ferro sono più facilmente apprezzabili in diretta, dato che il video arbitraggio è sprovvisto di audio (in effetti il suono è gestito da tutti e cinque i sistemi di video arbitraggio omologati dalla Fie, comunque il suono è debole e non è facile riuscire a sentire l’audio nei Palazzetti quando è in corso la gara, ndr), la certezza che vi sia stato effettivamente il contatto tra le lame dei tiratori si può avere solo se si è stati attenti durante lo svolgimento dell’azione.

Si è parlato di una categoria di super arbitri internazionali. Oggi vi sono premi in denaro e le classifiche per ogni arma al temine dei Mondiali; qual è la tua opinione per lo sviluppo della scherma?
MAF: A mio parere la Fie è partita molto bene per formare e motivare un gruppo di arbitri per le gare più importanti. Il rapporto arbitri/classifiche di merito/premi in denaro mi sembra ben costruito, dà opportunità a chi si impegna ed è un ottimo inizio. Però ho parlato di un inizio, perché occorre proseguire nella formazione, nell’aggiornamento; il futuro sarà avere degli arbitri di scherma internazionali professionisti, a piccoli passi ma la strada è solamente questa.
VM: Io penso che molti buoni schermidori, che non sono riusciti a 20 anni ad andare a medaglia nei Campionati del Mondo, possano diventare degli ottimi arbitri: hanno riflessi, conoscono la scherma, conoscono già le regole e con poco studio in più possono allagare la base del numero degli arbitri. Io sarei dell’idea di affiancare all’investimento della Fie per questi “super arbitri”, un progetto per raddoppiare il numero degli arbitri internazionali. Servirà al movimento schermistico internazionale, ma anche localmente nei Paesi di minore tradizione schermistica ma dove la scherma è in forte diffusione. La scherma negli ultimi 10 anni, anche nel fioretto, è diventata davvero uno sport mondiale. Occorre rafforzare queste presenze di Federazioni, di Club anche con più arbitri di alto livello nei nuovi Paesi emergenti. Tornando ai super arbitri, sono lieto che la Fie abbia preso questa decisione perché è giusto che, come i migliori tecnici/maestri di scherma hanno oggi degli ingaggi più alti dalle rispettive Federazioni, così la Fie premi i migliori arbitri per la loro continuità ad alto livello.
MP: La definizione di super arbitri internazionali mi fa sorridere. Da quest’anno la Fie ha voluto intraprendere un cammino nella direzione del professionismo arbitrale, non tanto dal punto di vista economico quanto dal punto di vista dell’impiego più frequente di un ristretto numero di arbitri. A questo proposito all’inizio di ogni stagione sportiva vengono redatte delle liste con i cinque migliori arbitri internazionali per arma, i quali saranno impegnati più di altri nel corso della stagione; in occasione dei mondiali verrà fatto un bilancio sulla base delle valutazioni prese nelle singole competizioni e riconosciuto un premio in denaro a coloro i quali si sono maggiormente distinti. Un mio giudizio in merito? Con la premessa che il primo motivo che muove un arbitro a intraprendere questa carriera è la passione per la scherma e il piacere nel restare in questo ambiente una volta finita la carriera sportiva, ritengo che sia giusto fare una sorta di classifica di rendimento e riconoscere un premio in denaro ai migliori. In fondo nell’ambito lavorativo vige, o quantomeno così dovrebbe essere, la meritocrazia. Oltretutto non parliamo di cifre da capogiro che cambiano la vita ma che sicuramente fanno piacere e riconoscono l’impegno e i sacrifici fatti in tanti mesi passati sulle pedane.

Facciamo della fantascherma: Tokyo 2020 finale di fioretto tu sei l’arbitro. Ma ora il fioretto ha una sola luce (come la sciabola) e il bersaglio valido è anche l’avambraccio e la maschera. E tu stai pensando…
MAF: Bella domanda… apparentemente scherzosa, ma importante per il futuro della scherma in generale e del fioretto, l’arma che io amo, in particolare. Io non ho personalmente mai visto dei test, ma ho sentito dire che si potrebbero cambiare le regole sul bersaglio valido e rendere più televisivo il fioretto con solamente le luci colorate. La mia opinione personale, in questo momento, è contraria a eliminare la segnalazione del bersaglio non valido come è accaduto per la sciabola. Il fioretto è un’arma convenzionale, ma soprattutto un’arma di grande precisione, con la superficie valida ridotta più piccola di tutte e tre le specialità della scherma; per non parlare dei giubbetti elettrici delle piccole coreane… Per Tokyo 2020, per prima cosa grazie dell’augurio, perché per ogni generazione di sportivo, in qualsiasi settore si operi, arrivare ai Giochi Olimpici è il sogno e il traguardo di tutti. Spero nella finale di fioretto maschile, con l’Italia in pedana e un arbitro tunisino; mentre la finale del femminile conto sulla nostra fiorettista tunisina Ines Boubakri, che ha iniziato a salire sul podio nelle gare di Coppa del Mondo.
VM: Non è facile rispondere, perché per me il fioretto è già oggi l’arma più spettacolare della scherma e bella da seguire. Tirato ad alto livello, è davvero uno spettacolo di velocità, di precisione, di fantasia. Non vorrei l’abolizione della luce bianca, ma farei dei test per ampliare il bersaglio valido sino all’avambraccio/gomito del braccio armato, perché potrebbe rendere ancor più offensivo il match, con fasi spettacolari negli attacchi e le parate. La parte personale come arbitro alle Olimpiadi 2020 è davvero stimolante: con grande serietà mi preparo per ogni gara e spero di crescere e di essere considerato un buon arbitro. Quanto proprio alla finale, devo dire che rinuncerei ben volentieri, se arriverà a medaglia il nostro giovane fiorettista Alexander Choupenitch che ha iniziato a salire sul podio anche nelle gare di Coppa del Mondo Senior.
MP: La prima cosa che mi viene in mente: se io sto arbitrando purtroppo non ci sono italiani sul podio. Ovviamente ho sentito parlare delle novità che si vogliono introdurre nel fioretto e mi viene difficile immaginarlo diverso da quello odierno: staremo a vedere le decisioni che verranno prese, ma io sono sicuro che i nostri schermidori e le nostre schermitrici saranno sempre i migliori al mondo.

 

Twitter: Gianandrea11

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