Ontc presenta Tobia Biondo

Il fiorettista 25enne si racconta. Ambizioni, emozioni e programmi per il futuro. E spiega perché ha scelto ONTC.

 

Venticinque anni, un argento ai Mondiali cadetti, un solo podio in Coppa del Mondo assoluta, conquistato a Venezia, quando ancora non era maggiorenne. Da anni Tobia Biondo è nei radar degli osservatori della scherma azzurra. Spesso e volentieri in pedana, con la divisa dell’Italia, nelle competizioni internazionali. Da qualche tempo ha scelto di affidarsi al materiale tecnico di ONTC. Così si racconta a Pianeta Scherma.

Come sei arrivato alla scherma?
Mi sono avvicinato alla scherma all’età di sei anni, guardavo il cartone animato Peter Pan tre volte al giorno e saltavo da un divano all’altro di casa vestito con la calzamaglia verde e lo spadino di plastica. Mia mamma e mio papà prima di fare un esaurimento nervoso hanno pensato bene di portarmi in una palestra di scherma.

Come descrivi la tua arma?
Il fioretto per me è l’arma più completa. Per essere un fiorettista di buon livello devi avere un ottimo mix di tecnica , istinto e tattica. Durante le gare e gli assalti, nel corso degli anni, devi riuscire a cambiare continuamente i tuoi schemi per non essere prevedibile nelle tue azioni da parte degli avversari.

Perché hai scelto Ontc?
Ho scelto Ontc perchè parlando con il mio allenatore avevamo avuto l’impressione che le divise fossero molto comode in particolare per gli allenamenti. Incuriosito l’ho provata e ho avuto un’ottima sensazione di comodità, cosa per me fondamentale quando tiro. Poi ho conosciuto anche Francesco e mi è subito piaciuto il modo e la passione con cui vive il suo lavoro. Queste due componenti sono state vincenti fin da subito.

Qual è il risultato che ricordi con più affetto della tua carriera da atleta?
Il risultato e la gara che ho più a cuore è la medaglia d’argento ai Mondiali cadetti in Corea nel 2007. Sono legato a questa gara perchè al terzo posto era arrivato il mio compagno e amico di avventure Niccolò Meringolo con cui avevo iniziato a fare scherma dalla categoria prime lame. Dopo essere cresciuti assieme sulle pedane ed essere da sempre stati compagni di stanza nella nazionale giovanile, aver gioito con lui in quella giornata sarà sempre un ricordo felice per tutta la vita . La foto del podio è sempre nella mia borsa da scherma, e un’altra copia la tengo nella macchina.

Quanto impegno ci vuole per avere successo nella scherma?
La scherma è uno sport che ti porta a vivere delle esperienze molto forti fin da giovane, inizi a viaggiare presto a stare con persone più grandi di te e questo a volte di porta lontano dal mondo dei tuoi coetanei nella vita di tutti i giorni e spesso anche dallo studio. Gli allenamenti tutti i giorni , i ritiri della nazionale e le gare sono stancanti e per conciliare tutto con l’istruzione, sia alle superiori che all’università ci vuole grande spirito di sacrificio che io ho sempre fatto fatica a trovare.

Però ti sei iscritto all’università. Perché?
Io onestamente non sono un grande studioso ma a 20 anni ho iniziato ad essere preoccupato per il futuro e sentivo che non mi bastava più vivere di sola scherma nella mia vita e allora ho deciso di iscrivermi all’università per sentirmi una persona più completa e per mettermi in gioco anche in un’altro campo. Purtroppo la vita di un’atleta non dura in eterno e per assurdo finisce più o meno quando tutti i tuoi coetanei iniziano a lavorare. Penso che lo sport sia la miglior scuola di vita e proprio perchè si sta parlando di vita, e non solo di sport, è importante capire come seminare in altre cose per essere pronti quando il sipario dello sport calerà a non sentirsi spaesati con se stessi.

 

http://www.schermaontc.com/

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