Semplicemente, mostruose!

Una rimonta da leggenda Di Elisa di Francisca regala l’oro all’Italia, che vince 45-44. Seconda la Russia. Terzo posto per le padrone di casa della Francia, che nella finalina regolano la Polonia.

 

La scherma è uno sport meraviglioso. Generoso e crudele allo stesso tempo. Generoso con chi, come Elisa Di Francisca, ha creduto alla folle idea di rimettere in piedi un assalto che sul 38- 44 sembrava scappato via in direzione Russia. Crudele invece con Inna Deriglazova, che assapora il gusto dolce della vittoria prima di trovarsi in ginocchio in pedana a piangere amare lacrime di delusione. L’essenza della scherma in un minuto e mezzo folle, con Elisa che prima balla pericolosamente vicina al baratro, ma poi leggendaria nell’aggrapparsi a ogni singola stilla di speranza. Da lì ne nasce una rimonta da annali, che lancia sempre più in orbita il Dream Team.

Anche se le attrici cambiano (Arianna Errigo in panchina per non sforzare troppo il dito infortunato) e talvolta non recitano il loro miglior copione (Valentina Vezzali in alcuni passaggi della finale). Ma se in squadra si ha una Matina Batini che tira il suo primo Europeo con la personalità di una veterana e una Di Francisca in formato extra lusso, le preoccupazioni svaniscono. E così Cipressa può godersi l’ennesimo capolavoro di questa squadra da sogno: una cavalcata iniziata in mattinata, sulla giovane Romania (lontani i tempi in cui Badea, Szabo e compagne erano le più feroci rivali delle nostre) battuta 45-16, quindi un’altra facile affermazione sulla Polonia. Prima dell’atto finale, l’ennesima replica di un duello infinito Italia – Russia.

Una finale pazzesca quella contro la Russia, con le ragazze di Cerioni (Inna Deriglazova, Larisa Korobeynikova e Diana Yakovleva che ha preso il posto di Yulia Biryukova messa fuori uso in mattinata da una distorsione alla caviglia) che in più occasioni mettono sotto le nostre fiorettiste. Il match è per buona parte poco spettacolare. Del resto le due compagini si conoscono benissimo, si temono e si rispettano. Ma l’ottava e la nona frazione sono un crescendo rossiniano di emozioni: Larisa Korbeynikova e Arianna Errigo (entrata al posto della Vezzali) se le danno di santa ragione e danno vita a una delle frazioni più spettacolari della giornata, terminato con un parziale di 12-8 a favore della russa, che lancia così le compagne sul 40-38. Tocca alla Deriglazova chiudere la pratica, e il 4-0 con cui fulmina la Di Francisca sembra il preludio al trionfo russo. Ma poi sale in cattedra Elisa. Ed è show. Fino al 45-44 che mette in ginocchio la Deriglazova e manda in frantumi i sogni di gloria russi.

Chiudono invece al terzo posto le francesi (Gaelle Gebet, Astrid Guyart, Corinne Maitrejean, Ysaora Thibus) che non riescono così a bissare l’impresa dei colleghi maschi, che si sono ieri laureati Campioni. Una gara sempre in sofferenza quella delle francesi, che hanno pagato i passaggi a vuoto – a volte anche pesanti – di quasi tutte le ragazze. In particolare ha rischiato grosso Corinne Maitrejean, che nei quarti di finale contro la Germania è salita in pedana in vantaggio di 10 botte (40-30) ma ha vinto solo 45-43, dopo essersi fatta raggiungere sul 42 dalla Wachter. Una furia il ct francese a bordo pedana, che ha avuto i suoi incubi anche nell’ultima frazione della finalina, con Ysaora Thibus che sembrava in balia della rimonta della Synoradzka. In mezzo un assalto veramente brutto contro la Russia, nettamente perso per 45-26.

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

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