Budapest andò così (uomini)

Il fioretto regala le uniche due medaglie all’Italia. Novosjolov centra il secondo Mondiale. Festa russa nella sciabola.

 

Dopo aver fatto un ripasso del Mondiale al femminile, il nostro flashback iridato si sofferma ora sulle competizioni al maschile. Due le medaglie per l’Italia, arrivate entrambe dal fioretto. Al bronzo di Valerio Aspromonte ha fatto seguito l’oro conquistato a squadre dal quartetto già d’oro alle Olimpiadi di Londra con Giorgio Avola, Andrea Baldini e Andrea Cassarà a fare compagnia al già citato Aspromonte. Una cavalcata trionfale conclusa in finale contro gli Stati Uniti,  ma che ha avuto il suo m0mento più emozionante nella semifinale contro la Russia. Un assalto vietato ai deboli di cuore, chiusosi all’ultima stoccata per un 45-44 da urlo. Come quello di Andrea Baldini,  la cui esultanza dopo la stoccata decisiva a Cheremisinov rimane una delle immagini copertina di tutto il Mondiale.

L'esultanza di Andrea Baldini dopo la stoccata decisiva contro la Russia (Bizzi)

L’esultanza di Andrea Baldini dopo la stoccata decisiva contro la Russia (Bizzi)

La gara individuale ha invece premiato Miles Chamley-Watson. Ovvero l’americano che non ti aspetti. Non che i fiorettisti USA non fossero fra i favoriti della vigilia, ma se c’era da scommettere su una vittoria a stelle e strisce, i nomi forti erano quelli di Gerek Meinhardt o Race Imboden. L’ha spuntata questo ragazzone biondo platinato, che nell’anno del Centenario della Federazione Internazionale, diventa il primo fiorettista americano a scrivere il proprio nome nell’albo d’oro dei Campioni del Mondo.

La sciabola è stato terreno di conquista della Russia, che fa doppietta nella prova individuale e poi sbanca la prova a squadre nella finale contro la Romania. È la favola bellissima di Veniamin Reshetnikov, messo ai margini della squadra da Christian Bauer, ma capace di prendersi la medaglia d’oro al termine di una bellissima finale contro Nikolay Kovalev. Ma è anche il giorno della grande delusione del popolo ungherese, che vede il proprio paladino Aron Szilagy “relegato” a una medaglia di bronzo amara nella gara più attesa. Il campione olimpico di Londra 2012 ha dato spettacolo – la semifinale con Kovalev è da antologia per qualità schermistica – ma non è bastato. Quanto all’Italia, il migliore dei nostri è stato Enrico Berrè, vicinissimo alla medaglia al suo primo Mondiale.

A risollevare le sorti di un Mondiale che per i colori ungheresi sembrava stregato, ci ha pensato il quartetto della spada maschile: Gabor Boczko, Geza Imre, Andras Redli e Peter Szenyi si sono infatti laureati campioni dopo aver battuto 42-38 la sempre coriacea formazione Ucraina. Nella prova individuale la vittoria è andata a Nikolaj Novosjolov, al suo secondo titolo iridato dopo quello conquistato a Parigi nel 2010.

Twitter: agenna85

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

 
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