Spada, Italia a due velocità

Cinque gare consecutive giù dal podio: i ragazzi sono in crisi e la situazione si fa preoccupante in vista delle qualificazioni olimpiche. Cinque gare consecutive sul podio: le ragazze volano e sognano in grande in ottica Rio.

 

Ora direi che è ufficiale: possiamo iniziare a preoccuparci. L’Italia della scherma ha un problema, e sembra pure bello grosso e di complessa soluzione. La spada maschile è in affanno, e se le qualificazioni per le Olimpiadi dovessero cominciare ora sarebbe molto probabile restare fuori dai Giochi. Il decimo posto di Tallinn è un risultato più che negativo, la quinta gara consecutiva fuori dal podio, e a certificare la crisi è stata la stessa città da cui l’anno scorso sembravano poter ripartire, con una vittoria, le ambizioni italiane.

Dopo il quinto posto di Berna ci si aspettava una riscossa, dei passi avanti, e invece la situazione è peggiorata ulteriormente. Sotto tutti i punti di vista. Non è solo la classifica finale della prova a dirlo, non solo i punti portati al ranking. Se in Svizzera l’Italia era uscita contro l’Ucraina, in Estonia l’eliminazione è avvenuta per mani di una Repubblica Ceca che resta modesta anche dopo il quarto posto di Tallinn, le vittorie su Italia e Russia, e il quasi colpaccio in semifinale con la Francia.

C’è da augurarsi che sia così, che i cechi abbiano trovato la loro giornata straordinaria, un po’ come i tedeschi che a Tallinn sono arrivati terzi dopo aver battuto Cina e Svizzera. La concorrenza è già tanta così, entrare tra le prime quattro d’Europa è già dura senza dover considerare Repubblica Ceca e Germania. Francia e Svizzera sembrano obiettivamente una spanna sopra (i francesi anche due, forse), l’Ucraina il peggiore degli avversari che, per caratteristiche, l’Italia possa trovarsi di fronte, la Russia e l’Ungheria avversarie di altissimo livello di cui tener conto. Insomma, sarà dura.

E se nemmeno dalle gare individuali arrivano segnali incoraggianti, non sarà semplice trovare il modo per aggiustare la rotta. Mettiamo da parte la straordinaria gara di Pizzo e Garozzo, terzo e quinto a Tallinn. Mettiamo da parte loro due, che restano saldamente nella top 16 del mondo e danno continuità ai risultati della passata stagione. Dietro di loro, in Estonia, è stata una tragedia greca, le «Termopili», come ha scritto Matteo Tagliariol su Facebook. Tutti fuori nelle qualificazioni. Un caso certo, la prossima gara, siamo sicuri, non ricapiterà e nei 64 avremo un gruppo ben più nutrito di italiani, ma i risultati non erano stati esaltanti nemmeno a Berna (Garozzo e Fichera i migliori, fermati agli ottavi, gli altri tutti dietro).

Che peccato, perché intanto al femminile ci si muove alla grande. Il confronto con i maschi è spietato. Quinto podio consecutivo, e quel passetto in più che dopo quattro terzi posti tra Coppa del Mondo, Europei e Mondiali ha portato alla finale persa con la Cina a Xuzhou, una tappa tradizionalmente ostica per le ragazze. Il segreto? La sicurezza con cui la squadra ha iniziato a tirare, il perfetto equilibrio tattico, tecnico e caratteriale che le ragazze sono riuscite a trovare tra di loro, la varietà di soluzione che fornisce un quartetto in cui ogni individualità è di alto livello e ha caratteristiche peculiari diverse dalle altre. E poi lo stato di forma. Guardate i risultati dell’individuale in Cina, la prima cosa che noterete è nessuna italiana nelle otto.

Non benissimo. Poi, però, se vi prenderete la briga di leggervi i tabelloni, scoprirete anche altro. Francesca Quondamcarlo eliminata 8-7, nelle 32, da Lyubov Shutova, Mara Navarria fuori 15-14 contro la vincitrice e numero 1 del ranking mondiale Emese Szasz, Giulia Rizzi sconfitta per 2-1 da Corinna Lawrence, Camilla Batini out per due stoccate contro Tatiana Logunova (terza a fine gara), Alberta Santuccio nelle 16 dopo aver battuto Shin A Lam e Kristina Kuusk e aver perso 15-13 contro la Sun. A far la differenza, insomma, è stata quasi sempre una manciata di stoccate. Le nostre erano dentro la gara, eccome, e anche Rossella Fiamingo e Bianca Del Carretto, battute un po’ più nettamente delle compagne, sono uscite contro avversarie di altissimo livello come Logunova e Sun.

Insomma, la spada italiana va a due velocità. Forse anche tre o quattro. Bene, in costante crescita, quella femminile. Complessivamente male, con picchi di eccellenza nelle prove individuali, quella maschile, a cui manca soprattutto continuità e serenità. Bisogna ricostruire le proprie sicurezze in fretta, finché si è in tempo. Ci sono quattro mesi per trovare la soluzione al problema, poi i giochi si faranno terribilmente seri, e un decimo posto comincerà a pesare come un macigno sulle ambizioni olimpiche azzurre.

 

Twitter: GabrieleLippi1

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