Dolci ricordi d’America

Dodici gli azzurri per il Grand Prix di New York. Si riparte dal podio di Montano. Sognando un’altra Chicago.

 

Non è poi così lontano il 4 maggio: quel giorno, anzi quella notte orario italiano, l’Italiasciabola al maschile si prese per tre quarti il podio della gara di Chicago. A vincere fu Luigi Samele, alla sua prima affermazione in Coppa del Mondo a livello assoluto, scortato sul podio da Aldo Montano – di nuovo sul podio a due anni di distanza dall’ultima comparsa datata maggio 2012, a Madrid – battuto nella finalissima e da Enrico Berrè, terzo assieme ad Alexey Yakimenko.

Sette mesi dopo si torna in America, non più nella capitale dell’Illinois ma a New York, per il Grand Prix che chiude – in contemporanea alla gara femminile – la prima parte di stagione per ciò che concerne la Coppa del Mondo di sciabola maschile. Una prima parte di stagione “spuria”, causa cancellazione della tappa di Dakar. Ma che all’Italia ha regalato subito il podio di Aldo Montano, terzo nella prova di Budapest. A fermarlo, solo l’olimpionico di Londra 2012 Aron Szilagy, poi battuto a sua volta da un incontenibile Bongil Gu, vincitore di giornata. Dopo il piccolo problema muscolare che lo ha precauzionalmente fatto fermare nelle ultime fasi della prova a squadre di Budapest, l’Aldo nazionale è pronto per nuove battaglie sulle pedane d’oltreoceano.

Assieme al livornese, hanno fatto rotta verso la Grande Mela altri undici azzurri. A partire da Enrico Berrè, uscito dalla gara di Budapest con un infortunio alla mano armata, ma ora ristabilito e pronto all’azione. Luigi Samele e Diego Occhiuzzi sono gli altri due italiani che, per ranking, bypassano la fase a giorni e approdano direttamente al tabellone principale. Cercano invece un posto al sole Luca Curatoli, Luigi Miracco, Alberto Pellegrini, Giovanni Repetti, Massimiliano Murolo, Gabriele Foschini, Lorenzo Romano e Stefano Sbragia.

Fuori da casa Italia la concorrenza intanto affila le armi: Bongil Gu e Aron Szilagy han già dimostrato di essere in palla, irussi hanno un’armata potentissima di campioni, la Germania sta ritrovano la guida di Nicholas Limbach. E poi attenzione agli americani, che con la spinta del pubblico di casa potrebbero gasarsi e diventare se non proprio pericolosi, quanto meno fastidiose mine vaganti sul cammino dei più forti verso la vittoria.

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

 

 

 
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