Spada maschile, ultimo appello a Vancouver

Sei gare lontani dal podio. E a maggio, a Parigi, comincia la qualifica olimpica. Importante reagire già in Canada.

 

Si riparte da Vancouver, Canada, o almeno si spera di farlo. La quarta tappa di Coppa del Mondo a squadre odora di ultima chiamata per la spada maschile italiana. Ultima occasione per battere un colpo deciso prima dell’avvio della qualifica olimpica. Sono sei le gare consecutive in cui gli Azzurri sono stati lontani dal podio. Lontanissimi, anzi. Due soli ingressi nelle prime otto e un ranking sempre più in affanno. L’Italia è sesta, ma ciò che più conta, quinta tra le nazioni europee. Per andare a Rio bisogna superare almeno una rivale continentale, e i risultati recenti sono tutt’altro che incoraggianti.

Come se non bastasse, l’Ungheria insegue con solo 3 punti di svantaggio, e il sorpasso è un’ipotesi tutt’altro che improbabile. Va bene, i punti pesanti cominceranno a essere distribuiti dal prossimo Monal, a maggio, ma la griglia di partenza è fondamentale per stilare i tabelloni delle gare. Nella posizione attuale, gli Azzurri si trovano ad affrontare avversari di altissimo livello fin dai quarti di finale, e ogni gara, ogni podio, sarebbe una piccola impresa. È esattamente questo che serve per andare ai Giochi, e sarà bene ritovarsi già dalla prova di domenica a Vancouver.

Cosa è successo al quartetto italiano? Cosa si è rotto dopo il Monal del 2014? Gli uomini sono praticamente gli stessi che fu secondo a Parigi, con l’unica eccezione di Lorenzo Bruttini al posto di Gabriele Bino. L’assenza di Matteo Tagliariol è un fatto con cui l’Italspada ha iniziato a fare i conti già da tempo, il suo ritorno ad alti livelli dopo l’ennesima operazione una necessità impellente. Non può bastare però a spiegare la crisi di risultati in cui sono incappati gli Azzurri.

Paolo Pizzo ed Enrico Garozzo stanno vivendo un eccellente momento dal punto di vista individuale. Rispettivamente argento europeo e bronzo mondiale, si sono già presi tre podi in due in questa stagione (uno per Pizzo, due consecutivi per Garozzo). Sono loro l’asse portante di un quartetto che aspetta la definitiva consacrazione del talento di Marco Fichera (terzo a Vancouver l’anno scorso) ma che non può più permettersi di perdere tempo. Perché i risultati ottenuti dalla squadra non rispecchiano il valore dei singoli? È la domanda che tutti si fanno, e che necessita di una risposta immediata.

 

Twitter: GabrieleLippi1

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Foto di Augusto Bizzi per Federscherma

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