Spada: confermarsi e ripartire

Al via delle qualifiche Olimpiche, Sandro Cuomo fa il punto sulla spada azzurra. E professa ottimismo.

Il bicchiere è mezzo pieno. Sandro Cuomo è un’ottimista e non potrebbe che vederlo così. Da una parte la squadra femminile, che viene da un filotto di sette podi consecutivi, che ha saputo trovare una vittoria che mancava da anni e si è issata al primo posto del ranking mondiale: in pole position per l’avvio delle qualifiche olimpiche. Dall’altra il quartetto maschile, che annaspa nelle retrovie di un ranking che, se si chiudesse ora, lo lascerebbe fuori dai Giochi di Rio 2016. Ma per fortuna i punti che contano verranno distribuiti dal primo weekend di maggio, e sarà fondamentale ottenere il massimo da Mondiali ed Europei. Le Olimpiadi non sono una chimera.

In che condizioni e con quali prospettive la squadra italiana arriva alle qualifiche olimpiche?
Per quanto riguarda le donne, siamo numero uno del ranking mondiale, e questo ci legittima ad affrontare la qualifica con un cauto ottimismo. Nei maschi, pur disponendo di buone individualità, ci manca ancora quello spirito di squadra che invece è la vera forza delle donne. Ci stiamo lavorando e, devo dire, che negli ultimi mesi sono stati fatti significativi passi avanti. L’obiettivo è guadagnare due posizioni nel ranking e abbiamo un anno intero per farlo, possiamo e dobbiamo farcela.

Le ragazze partono dalla “pole position”. Prime nel ranking e a podio da sette gare di fila. Impossibile mancare i Giochi?
La qualifica comincia a Johannesburg, e tra mondiali ed Europei, nei prossimi tre mesi ci si gioca il 70% dei punti per la qualifica. Abbiamo una buona squadra, compatta e coesa, e ci sono tutti gli elementi per augurarsi di poter continuare su questo straordinario trend dell’ultimo anno che ci ha collocato nella posizione in cui siamo, ma non dobbiamo abbassare la guardia e sederci sugli allori. Tutto il lavoro fatto fin ora è servito solo ad affrontare la qualifica in pole position, ma la vera gara comincia adesso. Ci sono tante squadre competitive che ci troveremo già dal tabellone dei 16, pertanto “testa bassa” e barra dritta, dobbiamo ottenere il massimo tra europei e mondiali. Tutto ciò che è stato fatto prima è servito solo a prendere consapevolezza delle nostre possibilità e ad evitare le squadre più forti nei quarti, ora non si “trema” più quando si incontra Cina o Russia, coscienti di poterle affrontare alla pari, ed è già una grande conquista, ma ora partiamo tutti dallo stesso punto.

I ragazzi, ora, sarebbero fuori. La cosa positiva è che si riparte da zero, quella negativa che il ranking darà accoppiamenti difficili da subito. Serve un’impresa?
Serve calma, serenità e consapevolezza, quello che ci è mancato negli ultimi anni, ma stiamo lavorando soprattutto su questo aspetto che, al momento, rappresenta il più grande ostacolo tra noi e i Giochi. Bisogna costruire un clima di squadra, educare i più giovani a dare il massimo ed i veterani a rendere sempre al massimo facendosi carico delle proprie responsabilità, il tutto in un clima di reciproco incoraggiamento, rispetto e fiducia nei compagni e nello staff. Siamo consapevoli delle difficoltà, ma anche di essere sulla strada giusta e della possibilità concreta di raggiungere l’obiettivo.

Proprio alla vigilia delle qualifiche hai optato per un cambio nel quartetto maschile. Fichera, Garozzo, Pizzo e Santarelli sono la squadra definitiva? Cosa ti aspetti da Santarelli?
È un buon gruppo, compresi i ragazzi che oggi sono fuori come Bruttini, Bino, Tagliariol e, l’ultimo arrivato, Cimini, protagonista di un’ottima stagione. A parte Garozzo e Pizzo, non vi sono tra loro significative differenze in termini di risultati individuali, a parte la finale a Budapest di Cimini, pertanto la scelta al momento è stata dettata da altri fattori più di opportunità: Santarelli ha un tipo di scherma in grado di rovesciare una situazione più di altri, e ho deciso di giocarmi questa carta, senza nulla togliere alle più che legittime aspettative degli altri ragazzi di voler far parte della squadra.

In questi mesi immagino abbiate analizzato più volte i problemi. Cosa bisogna correggere?
Sono mesi ormai che i ritiri sono dedicati prevalentemente agli assalti a squadre, alla match analisis dei nostri avversari e alla gestione degli assalti con le diverse possibilità di gestione dei ruoli a seconda degli avversari e della posizione in cui ci relega il sorteggio. Penso davvero che stiamo facendo tutto il possibile e anche di più. Stiamo lavorando su come correggere l’approccio mentale alla gara, che deve essere più disteso e sicuro, bisogna alleggerire la pressione sui compagni in pedana per metterli nelle condizioni di dare realmente il massimo di se stessi, in pratica stiamo costruendo una mentalità di squadra unita, senza divi se si vince, senza colpevoli se si perde. Unico imprescindibile imperativo: dare il massimo per la squadra.

Come pensi che andrà a finire?
Bene, andrà a finire bene. Ne sono sicuro.

Twitter: GabrieleLippi1

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Foto di Augusto Bizzi per Federscherma

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