Fioretto maschile, scontro fra generazioni

Al Grand Prix di Shanghai, sarà anche e soprattutto una sfida tra due generazioni di atleti

 

Il Grand Prix di Shanghai, ottava e ultima tappa del calendario di Coppa del Mondo 2014/15, per il fioretto maschile sarà anche una sorta di confronto tra generazioni. Nella gara il cui tabellone a eliminazione diretta è previsto per domenica 17 maggio, infatti, tanto nel contesto generale quanto nella squadra azzurra, le nuove leve che già durante tutta la stagione hanno dimostrato di poter affermarsi nelle posizioni di vertice potranno lanciare un nuovo guanto di sfida ai campioni più esperti della disciplina.

Una delle sfide principali in questo senso sarà innanzitutto quella possibile fra Race Imboden, statunitense classe ’93 numero due del ranking e che in questa stagione ha già all’attivo due vittorie (Parigi e Tokyo) e quattro podi complessivi, e il russo Dmitry Rigin, classe ’85 e vincitore delle ultime due tappe di Coppa a La Havana e San Pietroburgo, uno degli atleti più in forma del momento. Fra i giovani all’assalto del podio bisogna ricordare un altro statunitense che in questa stagione ha compiuto più di un passo in avanti come Alexander Massialas (un secondo e un terzo posto per lui), il connazionale Gerek Meinhardt (classe ’90) e in un certo senso anche i francesi Enzo Lefort (classe ’91, due podi in stagione) e Vincent Simon (classe ’90), terzo a San Pietroburgo dopo una prestazione molto brillante.

A difendere le posizioni della guardia più esperta, oltre al già ricordato Rigin, saranno veri e propri specialisti del fioretto come il numero uno del ranking e campione del mondo in carica Alexei Cheremisinov, vincitore quest’anno al GP di Torino, il giapponese Yuki Ota, reduce dal secondo posto a Bonn, il cinese Ma Jianfei, numero tre del ranking che quest’anno però non ha particolari risultati di rilievo all’attivo, senza dimenticare due alfieri della scuola francese come Jeremy Cadot, vincitore della tappa d’esordio di quest’anno a San Pietroburgo, o Erwan Le Pechoux, che a 33 anni può ancora trovare il guizzo giusto.

In casa Italia il discorso è in qualche misura identico, con due generazioni di fiorettisti ormai a confronto costante sotto gli occhi del Ct Andrea Cipressa, il tutto testimoniato dagli esempi di Andrea Cassarà per la generazione nata negli Ottanta e Daniele Garozzo per quelli nati nei Novanta.  Entrambi sono stati finora i protagonisti principali della stagione a livello individuale: per il campione bresciano la perla è stata sicuramente la vittoria di Bonn, impreziosita da altri due podi (secondo posto a San Pietroburgo, terzo a Tokyo), mentre per il più giovane dei fratelli Garozzo il rendimento si è impennato e stabilizzato ad altissimi livelli con tre podi nelle ultime quattro gare (un secondo e due terzi posti).

Il fulcro della squadra azzurra di fioretto maschile fino a quest’anno, formato da Valerio Aspromonte (terzo posto al GP di Torino al rientro dopo la parentesi “televisiva”), Giorgio Avola (ancora a ridosso dei primi dieci del ranking mondiale) e Andrea Baldini, dei tre finora il più in difficoltà nella stagione, dovrà comunque prestare attenzione alla crescita di due talenti più giovani, entrambi classe ’93, come Edoardo Luperi e Lorenzo Nista, che oltre ad aver già assaporato il podio in questa stagione (terzi in coabitazione a San Francisco) stanno via via confermando le aspettative rivolte nei loro confronti.

Twitter: MattiaBoretti

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

 
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