Mosca 2015, emozioni mondiali

Storie, protagonisti, colori dei Campionati Mondiali di scherma appena andati in archivio a Mosca.

 

L’apoteosi italiana nell’ultima giornata è stata l’ultima cartolina dall’Olimpisky di Mosca di questo Mondiale di scherma 2015. Una grande festa proprio in casa del rivale più accreditato, avversario di mille battaglie alcune delle quali impresse in grassetto nel gande libro della storia della Scherma.

Ma a festeggiare è stato uno sport – la scherma appunto – che sta diventando sempre più globale e globalizzato. Atleti da tutto il Mondo sono convenuti nella capitale russa per sfidarsi sulle pedane: chi per puntare ad allori e medaglie, chi semplicemente per poter fare la sua gara dando il massimo delle proprie energie e delle proprie capacità. Per poi venire a confidarci, sorridenti, di essere felici, perché avevano gareggiato in un Mondiale e che questa esperienza l’avrebbero portata per sempre nel loro cuore. Un carosello unico di colori, emozioni, storie: come quella ad esempio di Elisa Segnini Bocchia, italianissima ma che tira per la Repubblica Domenicana. O come quella dello sciabolatore spagnolo Pablo Moreno Sanchez, che si divide fra pedana e musica, amori inscindibili della sua vita. Tanto da far serigrafare un violoncello, lo strumento che suona, sull’impugnatura della sua sciabola. E tante altre ancora, che chi scrive ha avuto modo di conoscere di persona nelle chiacchiere in libertà fatte nella hall dell’albergo condiviso con gli atleti.

La lotta per le medaglie, poi, è stata entusiasmante, in una cornice  da brividi. L’esigente pubblico russo ha trasformato il palazzetto in una vera e propria bolgia, si è esaltato per le imprese dei propri beniamini ma anche applaudito sportivamente le gesta di tutti gli schermidori, che dal canto loro han dato vita a uno spettacolo memorabile.

E anche qui le storie da raccontare non sono mancate: dal bis iridato di Rossella Fiamingo, alla meritata consacrazione iridata di Inna Deriglazova, dalla stagione perfetta di Sofya Velikaya ad Alexey Yakimenko che corona il suo inseguimento al titolo Mondiale di sciabola maschile. E, ancora, abbiamo visto l’ascesa di nuove giovani stelle come Luca Curatoli e i primi passi fra i grandi di chi con ogni probabilità un giorno stella lo diventerà, Leonie Ebert. Ma  anche vissuto i brividi regalati da “vecchietti” e “vecchiette” terribili, che in pedana hanno dato spettacolo. Aldo Montano e Diego Occhiuzzi per l’Italia, ma anche Geza Imre – campione del Mondo nella spada maschile a 41 anni – e le intramontabili fiorettiste ungheresi, capaci di portare a scuole le rampanti statunitensi e fermarsi a una sola stoccata dalla medaglia di bronzo. Abbiamo assistito a grandi imprese ma anche a tante sorprese, a cadute fragorose e a riscatti carichi di rabbia e di orgoglio.

Tutto questo e  molto altro è stato Mosca 2015. Che ora passa il testimone iridato a Lipsia, sede dei Mondiali 2017, il primo di un nuovo ciclo olimpico. Nel frattempo, spasibo Mosca!

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Fotografia di Alessandro Gennari per Pianeta Scherma

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