I reportage di PS: la Schermabrescia

Il settore giovanile al centro del progetto, con aiuti concreti per l’avviamento alla scherma di bambini e ragazzi, e l’esempio in sala di un campione come “maestro”: Andrea Cassarà. Per un’impresa formato famiglia 

 

 

I modelli alternativi nella formazione e nella gestione di un’impresa rappresentano senza dubbio un arricchimento e uno stimolo al miglioramento di qualunque settore o disciplina, e la scherma in un certo senso non fa eccezione. Il modello tradizionale per la quasi totalità delle società schermistiche italiane prevede infatti una struttura associazionistica, che si regge in prima battuta sulla passione e sui contributi dei soci, fondatori o sostenitori, e sul sostegno da parte degli enti preposti a sviluppare e promuovere la pratica sportiva, come il CONI o la Federazione Italiana Scherma. In tempi di difficoltà economiche e di “cinghia stretta” un po’ a tutti i livelli, può essere interessante volgere lo sguardo a forme diverse di costituzione di una società. È questo il caso in Lombardia della Schermabrescia, un esempio di vera e propria impresa a gestione familiare con un proprio progetto, obiettivi chiari e che può contare sull’esempio che a tratti pare infaticabile di un campione della scherma azzurra quale Andrea Cassarà.

naniUna scuola in formato società – Schermabrescia, innanzitutto, è una società a responsabilità limitata: dall’Enciclopedia Treccani leggiamo come la principale caratteristica di questo tipo di forma associazionistica sia quello di essere una “società di capitali”, il che come già detto ne fa quasi un unicum nel panorama delle società schermistiche della Penisola. L’attuale denominazione è stata adottata nel 2004, dopo che dal 1987 la società era attiva sul territorio come Bresciascherma, e la sua attuale sede si trova nei locali di una ex scuola elementare in via Villa Glori. La struttura è costituita da un totale di dieci pedane fisse elettrificate, spogliatoi maschili e femminili, una sala fitness e una cabina per la sauna. La società è inoltre un esempio classico di gestione familiare: a reggere le sorti è infatti la famiglia di Andrea Cassarà, a partire da papà Saro e mamma Rosalba che si occupano a tempo pieno della gestione amministrativa, e lo stesso Andrea che alle proprie sessioni di allenamento in palestra affianca il coordinamento delle diverse attività dei giovani e giovanissimi atleti.

La formazione prima di tutto – Giovani e giovanissimi atleti: tra le peculiarità di Schermabrescia, questa è forse la più evidente nella filosofia che anima la società stessa. L’attenzione per la crescita, non solo tecnica, di bambini e ragazzi è infatti al primo posto nella scala dei valori: nicoli«Il nostro progetto – ci racconta Andrea Cassarà spiegando la mission che ispira il lavoro di Schermabrescia – è un percorso formativo che vuole far acquisire innanzitutto ai ragazzi le capacità tali per cui sarà loro possibile affrontare un assalto schermistico, e questo è strettamente legato alla capacità di affrontare le situazioni della vita nei loro aspetti positivi e negativi». Un’attenzione che si rivolge anche alla pratica della scherma in quanto tale, da garantire al maggior numero possibile di bambini superando, se necessario, anche le difficoltà economiche contingenti: in questo solco si inserisce l’accordo formulato con il Comune di Brescia e l’azienda sponsor tecnico della società per mettere a disposizione la palestra e l’attrezzatura a un costo agevolato per giovani atleti il cui nucleo familiare rientra in una fascia ISEE inferiore a una certa soglia.

Un campione come esempio – Come già detto, Andrea Cassarà è il principale motore di Schermabrescia, una scuola di scherma che abbraccia l’intera sua vita, sportiva e non solo: «Descrivere una vita dalla nascita alla vittoria di tre medaglie olimpiche con una sola parola mi è semplicemente impossibile», è questo il senso del legame che lo unisce alla sua sala d’armi. maestro cassaUna carriera fatta di medaglie, trofei e record che ne fanno uno degli atleti più vincenti nella storia della scherma italiana che trasferisce tutta quanta la propria esperienza e passione nell’educazione degli atleti oggi in erba: tra un richiamo e un consiglio, tra una correzione ai movimenti e un rimprovero, il Cassarà all”apparenza inarrivabile visto in tv sui grandi palcoscenici internazionali della scherma diventa per gli allievi semplicemente “Andrea”, il maestro, la guida, l’adulto a cui chiedere consigli e a cui affidarsi quando si ha qualche dubbio o qualcosa non gira per il verso giusto: «L’esperienza con i ragazzi è unica – ci racconta lui – spero di riuscire a creare insieme al mio Maestro e a tutte le persone che lavorano in Schermabrescia un polo schermistico ancora più importante e, perché no, portare un giorno uno dei nostri ragazzi a un’Olimpiade»

Parola di Maestro – Il Maestro in questione, nonché Direttore Tecnico di Schermabrescia, è Massimo Omeri: esponente di spicco della migliore scuola azzurra dei Maestri di fioretto, già in passato al fianco anche di Giovanna Trillini e da poco rientrato in Italia dopo circa un biennio come Responsabile Tecnico del Fencing Department della Nazionale di Hong Kong, è forse una delle figure più indicate per dare un’opinione sulla questione, divenuta di stretta attualità, della distinzione fra sport dilettantistico o professionistico, che coinvolge la scherma come diversi altri sport e che spesso nel dibattito italiano finisce per avvitarsi in una controversia pseudo-ideologica: «Sono e resto convinto che l’idea del dilettantismo è oggi superata, fuori tempo e inefficiente – è l’opinione netta di Omeri – In Italia si è sempre cercato di sopperire a questo limite con un professionismo di fatto che purtroppo non è riconosciuto in via ufficiale, ma limitandoci alla scherma in questi anni il panorama è in rapida evoluzione, ci sono Paesi “vecchi” e soprattutto nuovi che stanno investendo risorse e competenze per salire ai vertici della scherma, e in alcuni casi ci stanno riuscendo. Vale per Hong Kong, esperienza che ho vissuto direttamente, ma vale anche per le grandi potenze olimpiche come Stati Uniti, Cina, Russia e Gran Bretagna: in un medagliere olimpico sempre più in bilico ai vertici, una o più medaglie nella scherma hanno lo stesso valore numerico che nel nuoto o nell’atletica. In un panorama simile, il rischio non è tanto di restare fermi quanto di restare indietro»

Tutte le fotografie, salvo diversa indicazione, sono di Alessandro Gennari, che ringrazio come sempre per l’assistenza. Si ringraziano inoltre Andrea, Rosario e Rosalba Cassarà e il Maestro Massimo Omeri per la cortesia e la disponibilità dimostrate durante la nostra visita.

Twitter: MattiaBoretti

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