Grazie di tutto, Valentina Vezzali!

La prova di Torino ne ha ufficialmente sancito la fine della corsa per Rio. Un omaggio a una Campionessa unica.

 

“Grazie infinite a chi era a Torino oggi a sostenermi. Complimenti a per il suo primo successo. Il fioretto italiano continua…”. Il commiato di Valentina Vezzali dal sogno cullato fino all’ultimo di essere ancora una volta in pedana per disputare i giochi olimpici è tutto in questo tweet. A Rio ci andranno Elisa Di Francisca ed Arianna Errigo, mentre la più grande fiorettista di tutti i tempi lascerà a fine stagione, provando a togliersi ancora qualche sfizio in queste ultime esibizioni, prima che cali il sipario sulla carriera di una delle più grandi interpreti dello sport non solo italiano ma mondiale.

Tre ori olimpici individuali, il doppio a livello Mondiale. Più una serie infinita di successi, anche a squadre,  che sarebbe anche inutile elencare. Perché rinchiudere la grandezza di Valentina Vezzali solo all’interno di meri e  freddi numeri non renderebbe piena giustizia alla caratura sportiva e umana della fuoriclasse di Jesi. Valentina per molti è stata un esempio di determinazione, di dedizione unica a uno sport che le dato tante gioie ma anche momenti bui; ha saputo sempre prendersi le luci della ribalta – da vera e unica fuoriclasse- anche quando queste ultime brillavano su altre protagoniste. È stato così a Londra, nel 2012, quando seppe trasformare un bronzo da fallimento – per lei che era attesa alla quarta medaglia d’oro di fila –  a impresa da annali. Rimontando quattro stoccate in dodici secondi alla coreana Nam, eterna rivale di mille battaglie, e poi artigliando la medaglia alla priorità. Per molti tifosi, la sua medaglia più bella, persino di più di quelle più prestigiose conquistate fra Sidney e Pechino.

Ma di perle Valentina ne ha dispensate tantissime nell’arco della sua lunghissima carriera: l’oro mondiale di Lipsia 2005, pochi mesi dopo la nascita del primogenito Pietro; la medaglia sfiorata a Budapest nel 2013, anche qui fresca di gravidanza. La bambina messa in pedana dal Maestro Triccoli è diventata una campionessa, ha attraversato le ere della scherma rimanendo al vertice per oltre vent’anni, mentre intorno a lei le avversarie cambiavano senza riuscire a scalfire minimamente il suo dominio. Le sfide con le rumene e le tedesche prima quindi con russe e le altre ragazze forgiate dalla scuola italiana del fioretto hanno segnato la storia dell’arma, le medaglie vinte a cascata l’hanno di diritto consegnata alla Hall of Fame della scherma. Anche se Valentina ne va oltre.

E, sebbene ogni ciclo e ogni storia sia ineluttabilmente destinata a compiersi, non vedere Valentina Vezzali ai Giochi Olimpici fa una strana sensazione. Per chi scrive, che ha sempre associato la scherma alle imprese di Vale; per tutti i suoi tifosi, numerosissimi e non solo in Italia; per le avversarie, che ancora oggi si trovano a doversi confrontare con un’atleta che malgrado abbia vinto ogni cosa che si potesse vincere, è ancora lì a lottare con l’entusiasmo e la fame di un’esordiente. Per vivere per l’ennesima volta – sarebbe stata la sesta – il sogno olimpico, l’evento sportivo che tutte le bambine sognano fin da quando per la prima volta entrano in palestra e impugnano un fioretto. A impedirglielo, un regolamento assurdo e due ragazze, Elisa Di Francisca e Arianna Errigo, che là davanti han filato come treni. Saranno loro a rappresentare l’Italia in Brasile, con la speranza di trovarsi di nuovo faccia a faccia per giocarsi il metallo che conta.

Valentina invece dirà stop dopo gli Europei di Torun, nel porssimo giugno. Nel suo futuro, la famiglia e la carriera politica. Una scelta, quest’ultima, che negli ultimi ha attirato su di lei gli strali dei detrattori. Non è certo questa la sede per decidere o meno della bontà della sua scelta. È invece l’occasione perfetta per dirle grazie. Delle vittorie, delle emozioni, delle rimonte, di aver creduto fino in fondo al tuo sogno, di essere stata un esempio di impegno e dedizione per molte persone. Per tutto questo e molto altro, grazie di tutto, Valentina!

Twitter: agenna85

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

 
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