Bourges 2016, che forza i Cadetti azzurri!

Otto medaglie e tre titoli del Mondo: gli Under 17 azzurri sono una bella garanzia per un roseo futuro.

 

Più che il numero in sé, a incorniciare perfettamente il grande Mondiale messo in pedana dall’Italia Under 17 vale una statistica: con otto medaglie complessive, da soli han conquistato due terzi dell’intero bottino messo assieme da Cadetti e Giovani lo scorso anno a Tashkent. Limitando il discorso ai soli Cadetti, il bilancio mette a referto un robusto +3, corroborato anche da una netta impennata in alto sotto l’aspetto qualitativo oltre che quello meramente quantitativo.

In Uzbekistan non ci fu alcuna medaglia d’oro, mentre in Francia sono stati ben tre i titoli del Mondo messi nella sacca. Matteo Neri ha aperto le danze, riportando in Italia il titolo Cadetti che mancava da ben 12 anni, quando a vincere sulle pedane di Plovdiv nel lontano 2004, fu Luigi Samele. Storico poi il giorno della doppietta nella spada maschile, perché mai prima di quel giorno un derby azzurro aveva deciso una finale iridata dell’arma non convenzionale a livello Cadetti. Una curiosità: Daniel De Mola, vincitore in finale su Gianpaolo Buzzacchino, succede a Lorenzo Buzzi (vincitore nel 2011) come ultimo iridato di specialità. Entrambi torinesi, entrambi atleti dell’Accademia Scherma Marchesa, una garanzia quando si parla di talenti della spada. Così come da Torino viene Alessandra Bozza, terza medaglia d’oro di questi Mondiali, che completa la grande festa della spada azzurra: oro tanto al maschile quanto al femminile con l’argento di Buzzacchino e il bronzo di Beatrice Cagnin a impreziosire il tutto.

Vengono dal fioretto e dalla prova a squadre mista le tre medaglie di bronzo. In un’arma in cui l’Italia aveva fatto la voce grossa, sono stati gli americani a fare da assoluti padroni, portandosi a casa tanto la gara femminile (Sylvie Binder) quanto quella maschile (Geoffrey Tourette), ma sul podio c’erano comunque tracce d’azzurro. Lara Bertola, nel giorno in cui i riflettori erano puntati su Serena Rossini la cui corsa però è terminata ai piedi del podio, è stata la migliore del terzetto italiano, approdato in toto ai quarti di finale. E peccato per il derby fra Bertola e Pappone proprio ai quarti di finale. Da applausi anche la gara di Tommaso Marini, che ha trovato nel solo Kiril Borodachev l’uomo in grado di fermarne la corsa.

Una raccolta da record quindi – e peccato solo per la sciabola femminile, rimasta a secco di medaglie – e la certezza che sulla giovane Italia della scherma splende il sole. Un segnale forte, quello dei Cadetti azzurri, dato in Mondovisione, proprio mentre dietro le storiche scuole schermistiche si fanno sempre più forti le nuove minacce. Stati Uniti e Asia stanno arrivando, ma da Bourges il messaggio arriva forte e chiaro: i Cadetti azzurri sono davvero una forza!

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Fotografia Augusto Bizzi per Federscherma

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