Bourges, uno sguardo fuori dall’Italia

Francia e Russia baluardi d’Europa. Storica prima per Singapore. Il bilancio dei Mondiali Cadetti e Giovani.

 

Il futuro agonistico di Ywen Lau è ancora tutto da scrivere. Ma intanto questa sciabolatrice classe 2000, che vanta già anche qualche assaggio in Coppa del Mondo e buoni piazzamenti in gare satellite, un pezzo di storia della scherma l’ha già scritta: è stata la prima atleta di Singapore a vincere una medaglia d’oro in un Campionato Mondiale, nel suo caso nella categoria Cadetti. Va a lei la copertina del riepilogo dei Mondiali Cadetti e Giovani da una prospettiva extra italiana: rappresentante dell’ennesimo Paese che si va ad aggiungere alla mappa di quelli che hanno vinto almeno una medaglia iridata nella scherma.

E se dall’Asia arrivano le nuove forze – in attesa che anche l’Africa possa pian piano accrescere il suo livello di competitività sulle scene internazionali – l’Europa si ancora alle sue scuole storiche per poter resistere al vento nuovo che soffia. Dell’Italia abbiamo detto: le diciassette medaglie che eguagliano Amman 2011, la forza del movimento Cadetti che ha quasi raddoppiato le medaglie rispetto a Tashkent. A ruota degli azzurri rimangono attaccate Francia e Russia. I padroni di casa faticano con i Cadetti (un solo bronzo, sciabola femminile con Sarah Noutcha), ma si rifanno ampiamente nelle gare Under 20: innanzitutto monopolizzando le gare di sciabola individuale. Al femminile Caroline Queroli si conferma regina, dando ancora un’amarezza alla compagna Manon Brunet, per il secondo anno di fila beffata all’atto finale dalla stessa Queroli; al maschile il protagonista assoluto è Charles Colleau, che dopo essersi preso l’Europa si prende in un colpo solo Mondiale e Coppa del Mondo. È di tredici il bottino complessivo della Russia, che fa doppietta nelle gare a squadre di sciabola e nega a Valerio Cuomo la gioia dell’oro iridato nella prova di spada maschile con Georgyi Bruev.  Poca gioia per la Germania, due argenti fra i Cadetti, “tradita” da Leonie Ebert, arrivata in entrambe le gare a un passo dal podio ma senza riuscire a ripetere quanto fatto l’anno scorso, quando tornò da Tashkent con un oro (Cadetti) e un bronzo (Under 20).

Pare essersi spostato fuori dall’Europa il baricentro del fioretto. Stati Uniti e Giappone, infatti, si sono spartiti l’intera torta, lasciando agli altri le briciole: gli americani portano a casa doppietta maschile e femminile nei Cadetti (con Sylvie Binder e Geoffrey Tourette) e il trionfo di Sabrina Massialas fra le Under 20. Una vittoria che è anche la terza affermazione di fila di un’atleta statunitense in questa prova, dopo le vittorie di Lee Kiefer nel 2014 e Sara Taffel nella passata edizione, a cui va aggiunto il trionfo nel 2011 di Nzingha Prescod. La Polonia, oro nella gara a squadre, ha impedito che il trionfo Usa fosse completo. Chi l’en plein lo ha fatto, invece, è stato il Giappone: oro e bronzo nella prova a squadre (rispettivamente con Takahiro Shine e Kyosuke Matsuyama), bis tutto d’oro tre giorni dopo al termine di un’appassionante finale contro l’Italia risoltasi solo all’ultima stoccata.

Complessivamente sono state 13 le nazioni ad andare sul podio in questa edizione dei Mondiali Cadetti e Giovani: specifico, 8 europee (Italia, Francia, Russia, Germania, Polonia, Ungheria, Gran Bretagna e Repubblica Ceca), 4 asiatiche (Cina, Corea, Giappone e Singapore), 1 americana (Stati Uniti), mentre nessuna medaglia è arrivata per continente africano, che l’anno scorso aveva chiuso a quota 1 grazie al bronzo di Amer nella sciabola maschile Giovani.

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Fotografia Augusto Bizzi per Federscherma

 
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