Torun, l’Europa in palio con vista Brasile

I prossimi Europei sono un buon termometro per valutare i pretendenti alle medaglie. 

 

Il dado è tratto. A due mesi esatti dal via alle gare olimpiche, i migliori schermidori d’Europa si danno appuntamento sulle pedane di Torun per giocarsi le medaglie continentali. È l’ultimo appuntamento internazionale – in concomitanza con i Campionati Panamericani che si svolgeranno nelle stesse date a Panama – prima dell’Olimpiade di Rio, un ultimo, prestigioso, test agonistico prima delle sfide a Cinque Cerchi. In palio sì i troni d’Europa nelle sei armi, ma anche (e forse soprattutto) preziosissimi punti utili a migliorare la propria posizione nel ranking. Che, tradotto in soldoni, una possibilità di evitare incroci fastidiosi fin dalle primissime fasi del torneo olimpico.

Saranno oltre 400 gli atleti che, a partire da lunedì 20 giugno e fino a sabato 25, si giocheranno le medaglie nelle sei prove individuali e relative prove a squadre. Tutte gare che si presentano all’insegna dell’incertezza: perché se da una parte la posta in palio è comunque di prestigio – sia per quanto concerne il discorso medaglie, sia per quello dei punti ranking – dall’altra parte tutti coloro che saranno della partita all’ombra del Redentore,  cercheranno di ridurre al minimo i rischi, per evitare intoppi che possano anche solo di poco rallentare il delicato cammino di preparazione alla gara delle gare. Senza dimenticare che, contrariamente a quanto accade nelle tappe di Coppa del Mondo e ai Mondiali, ci saranno per tutti da affrontare i gironcini preliminari alle cinque stoccate. Con annessa sparigliata di carte sul tavolo. Spazio aperto a possibili outisders e soprese, ma anche  a chi, rimasto fuori dai Giochi, punta tutto sugli Europei per chiudere nel migliore dei modi la propria stagione internazionale prima di andare in vacanza e concentrarsi sulla prossima, punto d’avvio di un nuovo ciclo olimpico che culminerà fra quattro anni a Tokyo. Oppure per un colpo di coda che riscatti una stagione sin qui deludente.

Tornando ai ragionamenti in ottica olimpica, è difficile, se non impossibile, trarre indicazioni definitive dalle gare di Torun sullo stato di forma di quelli che per tutti sono i favoriti ai titoli a Cinque Cerchi. In parte per il motivo già accennato di non voler correre inutili rischi – come dimostrato ad esempio dal forfait di Marco Fichera, rimasto a riposo anche agli Assoluti per poter recuperare al meglio dall’infortunio patito a Parigi – ma soprattutto va considerato il fatto che la preparazione è tutta settata perché ciascun atleta possa arrivare al top nel giorno che conta. In mezzo, tutto il tempo per apporre i correttivi necessari a livello fisico, psicologico, tecnico e, nel caso della gara a squadre, di chimica fra tutti i componenti del quartetto.

Un discorso, questo, applicabile tanto per gli atleti azzurri quanto per i “top fencers” stranieri. Come ha insegnato l’ultimo Europeo pre-olimpico (Legnano 2012), i valori visti in pedana al Pala Borsani sono stati del tutto sovvertiti un mese più tardi a Londra, con l’Italia che si rifece con ampi interessi della deludente campagna continentale in casa e con molti dei protagonisti di quell’Europeo rimasti invece a secco di medaglie. Bando ai facili entusiasmi quindi ma anche al pessimismo: fra Torun e Rio si scriveranno due storie ben diverse.

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Fotografia Augusto Bizzi per Federscherma
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