La carica degli schermidori portabandiera

Sei le nazioni che  affidano a schermidori l’onore di guidare le delegazioni alla sfilata d’apertura. Spiccano i campiondi Londra Szilagyi, Gu e Limardo.

 

Un rituale magico che si ripete ogni quattro anni. Un sogno che chiunque approcci all’attività sportiva spera un giorno di poter realizzare. Rio 2016 è ormai alle porte, pronto a raccontare due settimane intense di vittorie e sconfitte, gioie e delusioni, sogni, speranze, illusioni, storie di vita e di sport. Ma prima che la tensione agonistica prenda il sopravvento e tolga spazio a tutto il resto, c’è da godersi la cerimonia di apertura, il cui momento clou è rappresentato dalla sfilata di tutte le delegazioni partecipanti. Apre la Grecia, paese organizzatore delle prime Olimpiadi, chiude il paese ospitante: in mezzo, un carosello di colori, lingue, tradizioni. E di bandiere.

Ed è proprio di bandiere che parliamo, o meglio di chi ha l’onore di guidare la propria delegazione nella grande sfilata inaugurale. Perché anche a Rio la scherma è stata chiamata in causa da alcuni Paesi al momento di scegliere il proprio portabandiera. A Londra era toccato a tre Regine della pedana del calibro di Valentina Vezzali, Laura Flessel (Francia) e Mariel Zagunis (Stati Uniti),  ma anche a protagonisti minori e meno conosciuti dagli appassionati di scherma, come nel caso dello spadista vietnamita Nguyễn Tiến Nhật. La jesina fu l’unica ad andare a medaglia, sebbene mancò l’obiettivo del quarto oro di fila, mentre tanto la Zagunis (quarta, battuta da Kim in semifinale e poi da Kharlan nella finalina) quanto la Flessel (tredicesima) non riuscirono a centrare il podio.

vezzali portabandiera

Londra 2012: Valentina Vezzali guida l’ingresso degli azzurri allo stadio Olimpico (Getty)

Il prossimo 5 agosto, quando si alzerà ufficialmente il sipario sui Giochi della XXXI Olimpiade estiva, chi segue con costanza in nostro meraviglioso sport, scoverà sicuramente volti familiari in testa ad alcune delegazioni. L’Egitto ha scelto il fiorettista Alaeldin Abouelkassem, il primo schermidore africano nella storia ad essere salito sul podio di una gara Olimpica. Accadde quattro anni proprio a Londra: dopo aver estromesso il nostro Andrea Cassarà dalla corsa alle medaglie, Abouelkassem arrivò fino in finale dove cedette al cinese Shang Lei, conquistando comunque un argento che lo ha fatto entrare di diritto nella Hall Of Fame della Fie, inaugurata nel 2013 in occasione del Centenario della Federazione Internazionale.

Da Londra sono tornati tutti con una medaglia d’oro al collo gli altre tre portabandiera designati per la cerimonia di apertura a Rio: il venezuelano Ruben Limardo Gascòn vinse la gara forse più pazza di tutta la scorsa edizione olimpica della scherma, quella di spada maschile, mentre la dimostrazione di forza di Aron Szilagyi nella prova individuale di sciabola maschile è ancora negli occhi di tutti. Anche la Corea ha pescato fra gli sciabolatori, eleggendo quel Bongil Gu campione olimpico a squadre assieme a Woo Won Yung, Kim Junghwan e Oh Eun Seok.

Curioso il caso del Vietnam, che come a Londra anche a Rio affida a uno schermidore la bandiera alla cerimonia inaugurale, onore che questa volta tocca allo sciabolatore Vũ Thành An. L’ultima nazione ad essersi unita alla lista è il Benin: anche per lo stato africano l’arma prescelta è la sciabola maschile, nella persona di Yemi Apithy.

Per concludere una notazione statistica: Valentina Vezzali è stata la sesta portabandiera azzurra proveniente dalla scherma, la seconda al femminile dopo la sua concittadina Giovanna Trillini, cui questo onore era toccato ad Atlanta nel 1996. Il primo schermidore in assoluto a sfilare con il tricolore fu Nedo Nadi, in occasione delle Olimpiadi di Anversa del 1920. Quindi fu il turno di Giulio Gaudini (1936) e di Edoardo Mangiarotti, il quale ebbe addirittura un doppio incarico consecutivo, guidando la sfilata tanto nel 1956 a Melbourne quanto a Roma nel 1960. Quattro anni dopo, a Tokyo, fu ancora uno schermidore a essere affidatario del tricolore, ovvero Giuseppe Delfino.

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Fotografia di Augusto Bizzi salvo dove diversamente indicato
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