Puccini: «Felice di essere stato spodestato da Daniele»

Intervista all’azzurro medaglia d’oro nel 1996 ad Atlanta nel fioretto maschile individuale. 

 

Da ieri non è più “l’ultimo italiano ad aver conquistato l’oro olimpico individuale nel fioretto”. Ora, a far compagnia ad Alessandro Puccini, c’è anche Daniele Garozzo. L’ex fiorettista toscano, ora maestro al Club Scherma Pisa Antonio Di Ciolo, ha seguito la gara del giovane siciliano.

E in parte si è rivisto in lui. Perché, come Garozzo, Puccini non era tra i favoriti. Eppure ha vinto, entrando nella storia.

Che effetto fa perdere il primato dell’ultimo italiano oro olimpico nel fioretto maschile individuale?

Più che un primato, un “ultimato”!  Che dire,  sono stato seduto sull’alloro per vent’anni, adesso dovrò ricominciare a darmi da fare (sorride, ndr). Cavolo, alle prossime Olimpiadi non diranno ” ricordiamo che l’ultimo oro è stato quello di Alessandro Puccini”. Speriamo che citino anche il penultimo!

Pur essendo un atleta di primissimo livello, Garozzo non era tra i favoriti. Un po’ come Puccini ad Atlanta 96. Partire da underdog aiuta?

Non essere al centro dell’attenzione di permette di essere concentrati sull’obiettivo, senza la distrazione della pressione psicologica

Negli ultimi 20 anni l’oro è sfuggito a diversi pezzi da Novanta. Penso a Sanzo, Cassarà, Baldini. Perché l’Olimpiade è una gara tanto complicata per chi parte favorito?

È una gara complicata perché in pochi minuti sai di giocarti l’occasione di una vita.Pensa che io ho avuto una sola possibilità di giocarmela, qualcuno due, altri tre, raramente (vedi Vezzali) hanno molte chances. Quando sei li sei consapevole che quella potrebbe essere l’unica occasione di vincere l’oro olimpico (in quattro anni possono succedere tante cose) e quindi la pressione è enorme, soprattutto per chi parte favorito.

Cosa ti ha colpito di più della gara di Daniele? Qual è stato, secondo te, il segreto della sua vittoria?

Mi ha colpito la sicurezza e serenità con la quale ha affrontato gli avversari. Io feci più fatica. Ma, per quello che ho visto da casa, il segreto di Daniele è stato anche il mio, ed infatti mi sono immedesimato molto quando ho visto le immagini. Abbiamo vinto grazie alla personalità, ad una superiore forza d’animo di quel momento. Se guardi l’espressione di Daniele quando è salito in pedana, e guardi la mia quando salii quel giorno del 1996, capisci cosa intendo. L’americano è stato travolto dalla personalità di Daniele.

puccini96

Alessandro Puccini sul gradino più alto del podio ad Atlanta nel 1996

Tu, dopo la 15a stoccata, esultasti in modo molto composto, Daniele ha fatto il giro del palazzetto. Come si può mantenere il sangue freddo da campioni olimpici?

Non si tratta di sangue freddo, sono solo modi diversi di esprimersi. Io ho sempre vissuto tutto in modo molto intimo, questione di carattere.

Pensi che dovremo aspettare altri 20 anni per vedere un altro italiano oro nel fioretto maschile individuale?

La scherma ci ha abituato male, medaglie come se piovesse. Alla fine 20 anni significa che in 4 edizioni è mancato l’oro. Comunque per il fioretto sono troppi, spero che dovremo aspettare meno e, visto che sono maestro di scherma, cercherò di metterci lo zampino. E poi, posso aggiungere una considerazione personale?

 Prego.

Sono contento che a vincere sia stata una bella persona come Daniele. Per i nostri piccoli atleti sarà una benedizione avere come idolo un ragazzo come lui: semplice, serio, pulito. Capiranno che per vincere non è indispensabile essere arroganti, maleducati, prevaricatori, spacconi

Twitter: GabrieleLippi1

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Fotografia Augusto Bizzi per Federscherma

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