Fioretto femminile, la gara in 5 spunti

I temi e gli spunti sulla prova olimpica di fioretto femminile. Ecco cosa ha raccontato la gara di ieri.

 

Una gara a suo modo storica quella di ieri di fioretto femminile, perché dopo 20 anni di predominio azzurro, il fioretto femminile cambia padrona. Inna Deriglazova è la nuova campionessa olimpica della specialità. Elisa Di Francisca ha provato una rimonta che avrebbe avuto i connotati dello straordinario ma si è fermata a una sola stoccata dal completarla.

La gara di ieri ha raccontato tanto altro, ecco alcuni spunti che ci ha lasciato.

deriglazova

Inna la collezionista di ori

Due titoli Mondiali Under 20, uno a livello Senior, e ora l’Olimpiade. Con contorno di oro Europeo (2012) e titolo di Coppa del Mondo (2015). Non manca proprio nulla nella bacheca di Inna Deriglazova. Quella che più di tutte sembra aver beneficiato della cura Cerioni e dello staff italiano. A 26 anni, la bionda di Kurkatov ha già vinto tutto quello che si poteva vincere, entrando di fatto nel novero delle più grandi interpreti del fioretto. Impressionante poi la condotta di gara ieri: doppio 15-6 per esordire, quindi il monologo contro Aida Shanaeva, lasciata a 3 stoccate in semifinale. Solo Elisa è stata in grado di avvicinarsi. E per poco non la beffava.

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Il ruggito della Leonessa

Per qualche momento, ieri, è sembrato di rivivere la scena di Strasburgo 2014 e di quella pazzesca rimonta da 38-44 a 45-44 nella gara a squadre valida per il Campionato Europeo. Ci ha provato ancora Elisa, ha messo alle corde la russa e le ha rosicchiato tutto il vantaggio, costringendola agli ultimi 3 secondi con il cuore in gola. Non c’è stato il lieto fine questa volta, ma la prova di Elisa di ieri è stata impressionante. Per lucidità, freddezza, capacità di cambiare spartito ogni qualvolta le esigenze di copione lo richiedevano. Ha purtroppo pagato a caro prezzo l’unico passaggio a vuoto di giornata, la seconda frazione della finale quando la Deriglazova ha costruito il suo tesoretto con un controbreak di 7-0 dopo il 3-0 iniziale di Elisa. Che, ancora una volta, nelle grandi occasioni non tradisce mai: quando la Leonessa sente in pericolo il proprio regno, si sa, diventa una cattiva idea starle nei paraggi.

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Maledetta Olimpiade

Se Eleanor Harvey era incredula (vedi sotto) al termine dell’assalto vinto con Arianna Errigo, figurarsi tutti noi addetti ai lavori. Quello andato in scena sulla pedana della Carioca Arena 3 ha avuto tutti i connotati dello psicodramma sportivo, l’ennesima dimostrazione che la scalata alla montagna chiamata Olimpiade è roba tosta anche per chi è più attrezzato. E se ogni minimo dettaglio non funziona alla perfezione, il rischio è che anche un semplice granello di sabbia possa inceppare tutto. Chi è sul posto racconta di atleti con facce tirate come mai viste in altri grandi eventi, dilaniati dalla tensione che una gara unica come quella a Cinque Cerchi può portare. La gara dove il confine fra il sogno e l’incubo sta su un filo sottilissimo. Che purtroppo per Arianna si è spezzato subito, sotto il peso delle sue stesse aspettative. Perdere così fa male, ma passata la tempesta c’è sempre l’arcobaleno.

staff italia russia

Missione compiuta

Dopo Londra,  al termine di un’Olimpiade disastrosa per il fioretto russo, la decisione di ingaggiare il demiurgo dei successi di quello italiano. In quattro anni, l’investimento della Federazione Russa su Stefano Cerioni ha pagato moneta sonante: al maschile il titolo Mondiale di Cheremisinov nel 2014 a Kazan, al femminile i trionfi di Inna Deriglazova e il progressivo avvicinamento alle azzurre nelle gare a squadre

 

harvey

L’incredulità di Eleanor

Non credeva ai suoi occhi Eleanor Harvey, ventunenne canadese figlia di due specialisti del triathlon estremo, dopo aver messo la botta del 15-10 contro Arianna Errigo. La sua espressione appena levata la maschera dice più di mille parole di come ancora l’atleta nordamericana non avesse realizzato la portata dell’impresa appena compiuta: estromettere dalla corsa per l’oro la dominatrice delle ultime quattro stagioni del fioretto Mondiale. Il black out di Arianna l’ha agevolata nella rimonta, ma ad Eleanor va dato il merito di non aver tremato nei momenti decisivi, chiudendo alla prima occasione utile la partita. E prendendosi uno scalpo di alto prestigio. Per lei una buona carriera giovanile, con due argenti iridati fra Plovdiv (2014) e Tashkent (2015) e l’ingresso nelle prime otto alla sua prima Olimpiade.

Twitter: agenna85

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Fotografie di Augusto Bizzi per Federscherma

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