Sciabola maschile, la gara in 5 spunti

I temi e gli spunti sulla prova olimpica di sciabola maschile. Ecco cosa ha raccontato la gara di ieri.

 

La cronaca racconta della vittoria di Aron Szialgy, la seconda di fila dopo quella di Londra 2012. Ma la prova di sciabola maschile ha lasciato in eredità altri spunti interessanti

paskov

Foto: Timacheff/Fie

Eroe per un giorno

Gli anglosassoni lo chiamano “upset”: è quando un superfavorito della vigilia viene sgambettato da un outisder. Eroe di giornata nella sciabola maschile è stato il bulgaro Pancho Paskov. A Rio ci è arrivato passando dai tornei di qualificazione. Sembrava destinato a uscire subito, accoppiato al russo Yakimenko. E invece… All’ultima stoccata ha avuto più freddezza del più quotato avversario e lo ha steso. Entrando di diritto nel novero delle favole di questa olimpiade, malgrado il suo cammino  si sia interrotto all’assalto successivo.

szilagyi

Il club dei back to back e la grande scuola magiara della sciabola maschile

Due ori di fila alle Olimpiadi non è impresa da tutti i giorni. Un club ristretto, quello degli autori del back to back, a cui ieri si è aggiunto Aron Szilagyi. Una cerchia, questa che comprende tutti i più grandi nomi della scherma mondiale: Nedo Nadi (1912 e 1920) e Christian D’Oriola (1956, 1960) nel fioretto, mentre nella sciabola l’impresa è riuscita agli ungheresi Jeno Fuchs (1908 e 1912) Rudolf Karpaty (1956 e 1960), al sovietico Viktor Krovopuskov (1976 e 1980) e al francese Jean François Lamour (1984 e 1988). Con l’oro di ieri, inoltre Szilagyi ha portato a 14 il numero di medaglie d’oro per l’ungheria nella sciabola maschile: alle sue due e alle già citate due di Karpaty e Fuchs, infatti, si devono computare quelle di Sandor Posta (1924), Ödön von Tersztyánszky (1928), György Piller-Jekelfalussy (1932),  Endre Kabos (1936), Aladár Gerevich (1948), Pál Kovács (1952) e Bence Szabó (1992)

abedini

Allargamento a oriente

Lo avevamo già detto in occasione del suo secondo posto al Grand Prix di Seul lo scorso aprile: fra le nuove realtà della sciabola maschile, Mojtaba Abedini era quella più solida. E a Rio ne ha dato dimostrazione, arrivando a una sola stoccata dal centrare la finale olimpica e regalare una storica medaglia all’Iran, poi definitivamente sfumata nella finalina per il terzo posto dove è stato travolto dal coreano Kim. Ma dalla gara olimpica è arrivata la conferma che ci sarà da fare i conti anche con lui nei prossimi anni.

homer

Un argento che vale oro

Sembra una maledizione, quella delle finali, per Daryl Homer. Vice campione del Mondo a Mosca, vice campione Olimpico ieri a Rio. Il giovane newyorchese non solo si conferma essere uno degli sciabolatori più divertenti da vedere in pedana, con una scherma che strizza molto l’occhio anche alle camere dei fotografi; ma la sua medaglia vale oro per la federazione americana, che farà di Daryl – così come di Alexander Massialas – un testimonial per reclutare altri praticanti. Accadde nel 2004 con Mariel Zagunis e prima ancora con Westbrook, dalla cui scuola sono usciti lo stesso Homer, ma anche Prescod e Muhammad. Accadrà nei prossimi mesi con Homer e Massalias. Giusto il tempo di crescere con calma, poi siamo certi il raccolto arriverà abbondante.

diego occhiuzzi

La delusione di Diego

A Rio Diego Occhiuzzi era chiamato a difendere l’argento di Londra, ma il suo cammino è durato poco. Pochissimo. Giusto il tempo di incrociare la lama con il vietnamita Vu, che a sorpresa lo ha sconfitto, altra sorpresa di giornata. Ed ennesima dimostrazione di come la gara olimpica succhi ogni stilla di energia nervosa prima ancora che fisica. Resta il rammarico per lo sciabolatore napoletano, che poteva anche contare su un buon tabellone perlomeno fino ai quarti di finale. Lo stesso Occhiuzzi ha poi parlato, tramite un video sui social, esprimendo grande amarezza per una stagione difficile, passata a inseguire la qualifica olimpica e chiusa nel peggiore dei modi.

Twitter: agenna85

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Fotografie di Augusto Bizzi per Federscherma

 
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