Arianna rilancia la sfida: «A Tokyo voglio rifarmi»

La Errigo in un’intervista concessa a Italpress rinnova la sfida fra quattro anni in Giappone.

 

Dieci giorni di silenzio per riflettere e metabolizzare la grande delusione di Rio. Per provare a vedere uno spiraglio di luce nel buio che è calato da quel maledetto 10 agosto. E dopo aver salutato qualche giorno fa i propri fan con un messaggio video sui social, Arianna Errigo è tornata a parlare con un’intervista concessa a Italpress. Innegaible che i fantasmi di Eleanor Harvey siano ancora presenti nella sua mente ma ora l’obiettivo è guardare al futuro: «Sono passati dieci giorni ma in realtà sembra come fosse ieri» ha detto la monzese «ho completamente sbagliato la gara e mi dispiace perché era l’appuntamento a cui tenevo davvero tanto, forse troppo. Ma questo è lo sport, adesso si riparte».

Davanti a sè, ancora un quadriennio di gare che porta dritto all’olimpiade giapponese, dove punterà alla riscossa e – soprattutto – a mettere in bacheca quella maledetta medaglia d’oro a Cinque Cerchi. Anche se nei momenti appena successivi alla sconfitta contro la canadese, i pensieri erano ben altri: «Subito dopo l’assalto, alla domanda se arrivavo a Tokyo era indubbio che volessi arrivarci, ma avevo appena perso e l’unica cosa che pensavo era di piangere e sfogarmi, in quel momento non riuscivo a pensare ad altro». Nessuna idea di mollare o di lanciarsi in nuove più intriganti sfide – come aveva lasciato intendere nell’immediata vigilia – ma solo un bisogno fisiologico di sfogare tutta la rabbia e da delusione.

Nel corso dell’intervista, poi, Arianna è voluta tornare sulle polemiche attorno alla fine del suo rapporto con il Maestro Giulio Tomassini: «Mi dispiace perchè quello che è uscito non è quello che penso. Non ho mai additato nessuno per quello che è stato il risultato della pedana, penso di aver perso per colpa mia. Ho sbagliato la gara, penso a causa di una preparazione che forse non sono riuscita a gestire nel migliore dei modi. Non è colpa nè del preparatore, nè dello psicologo come molti hanno detto, né di una scelta che ho fatto che è quella di gennaio quando ho deciso non lavorare più con Giulio, per quanto sia il maestro più bravo al mondo. Ma non c’era più feeling e inevitabilmente a sei mesi dalle Olimpiadi ho preferito lavorare da sola. Mi era sembrata la scelta più logica e d’altra parte era già capitato e non era andata male. Ho solo sbagliato una gara, sicuramente la più importante, che non avrei voluto sbagliare, ma non per questo ho cercato di distribuire colpe o cercare alibi. Mi prendo tutta la responsabilità di quello che è accaduto».  Non manca nemmeno un messaggio rivolto allo stesso Tomassini: «Ho profonda stima per lui, lo considero il migliore al mondo, ribadisco che non è colpa sua se ho perso e troverò l’occasione per chiarire con lui, perché alcune cose che sono state scritte non rappresentano il mio pensiero reale».

Da ultimo una riflessione ancora sulla prova di Rio, che ha ricordato per modalità quella maturata nel Mondiale di Catania 2011: «Ho profonda stima per lui, lo considero il migliore al mondo, ribadisco che non è colpa sua se ho perso e troverò l’occasione per chiarire con lui perché alcune che sono state scritte non rappresentano il mio pensiero reale».

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