Finalmente il sole

 

Finalmente il sole. Quello che si irradia dai sorrisi delle quattro spadiste azzurre nel tradizionale e ormai immancabile selfie di fine gara. Rio come città del destino, la meta mancata la scorsa estate e la festa che sembrava probabile lasciata ad altre squadre, che si trasforma in stazione di testa di un nuovo viaggio con orizzonti tutti da esplorare ma finalmente con cieli tersi davanti. Le condizioni meteo ideali per volare in alto, nei posti che competono a una squadra che per bagaglio di talento ha poco se non nulla da invidiare ad altre nazioni.

La nuttata, iniziata nel luglio 2015 con l’inattesa quanto rovinosa sconfitta ai Mondiali di Mosca contro la Francia, è passata. L’ha spazzata via una luce abbagliante, come le medaglie color oro che brillano nelle mani di Rossella Fiamingo, Mara Navarria, Giulia Rizzi e Alberta Santuccio al termine di una prova magistrale che le ha portate di nuovo sul gradino più alto del podio di una gara a squadre, due anni e mezzo dopo l’ultima volta datata 2015 e Buenos Aires. In mezzo, il bronzo Europeo di Montreux, ultimo acuto prima della fatal Mosca e l’inizio di un lunghissimo tunnel culminato con la clamorosa e dolorosa esclusione da Rio 2016. E anche qualche cambio di formazione, con Francesca Quondamcarlo che ha preso il posto di Francesca Boscarelli e quindi il rinnovamento avviato dopo la certificazione della mancata qualificazione olimpica, affiancando alla confermate Fiamingo e Navarria, i volti nuovi di Giulia Rizzi e Alberta Santuccio.

Che all’inizio ha faticato a girare, con piazzamenti non certo all’altezza di un quartetto fra i più forti in circolazione, e che può contare sulle prestazioni di quella che ha tutte le carte in regola per diventare una delle più grandi spadiste della storia. E se nelle precedenti gare il potenziale del team azzurro si è visto solo a corrente alternata, ieri tutto ha funzionato alla perfezione. Ma, più di ogni altra cosa, tutte hanno funzionato alla perfezione: da Rossella Fiamingo a Giulia Rizzi, passando per Mara Navarria. Con la siciliana perfetta in ogni fase della gara e a cui spetta, in quanto ultima “frazionista”, la firma in calce a ogni assalto. Fredda contro Ungheria e Russia a mettere la stoccata decisiva, devastante nell’atto finale contro l’Ucraina, brava a tenere a bada la Embrich nella manche finale contro l’Estonia, boccone tante volte indigesto e questa volta piegata al proprio volere. E alla grande hanno reso anche Giulia Rizzi e Mara Navarria, a completare una bella opera corale.

Il sole, finalmente.

Twitter: agenna85

Pianeta Scherma su Twitter

Pianeta Scherma su Facebook

Fotografia Rossella Fiamingo/Facebook