Guillaume Bianchi: «La strada è quella giusta»

L’oro europeo, il bronzo mondiale, i ricordi di un percorso under 20 che sta per concludersi. E le ambizioni per il futuro tra gli assoluti. Guillaume Bianchi si racconta a Pianeta Scherma.

 

Un titolo europeo e tre bronzi mondiali, solo per menzionare i successi a livello individuale. Il passaggio di Guillaume Bianchi nelle categorie giovanili è stato di quelli che lasciano il segno, con un finale di percorso tra gli under 20 in crescendo costante, che lascia ben sperare per una carriera a livello assoluto già avviata bene con il piazzamento nei 16 ottenuto qualche mese fa a Parigi. Il fioretto italiano ha un altro grande talento su cui puntare forte. Pianeta Scherma l’ha intervistato per fare un bilancio del suo fresco passato e provare a scoprire i suoi progetti per il futuro.

Questa che sta per concludersi è la tua ultima stagione tra i Giovani. Che voto dai a quest’anno e che voto dai alla tua esperienza a livello giovanile?
Più che di voti preferirei parlare di obiettivi raggiunti. È stata una stagione in crescendo, culminata col titolo Europeo e il bronzo ai Mondiali, alla fine chiusa con il secondo posto nel ranking mondiale di categoria. Riconfermare il bronzo mondiale dell’anno precedente non era per niente facile, soprattutto perché si trattava dell’ultimo anno Giovani, in cui c’erano nei miei confronti molte più aspettative e responsabilità. Direi che quest’ultima stagione rispecchia fedelmente anche il mio percorso nella categoria giovanile. Il bronzo mondiale conquistato all’ultimo anno Cadetti mi aveva proiettato in alto ma ho capito poco dopo che la vera impresa era quella di restarci. Esserci riuscito è la mia vera grande soddisfazione.

 

Sei soddisfatto del Bronzo ai Mondiali e pensi di valere di più?
Un podio , il terzo consecutivo dei mondiali a cui ho partecipato, è ovviamente motivo di soddisfazione. Soffermarsi sulla singola gara non è esercizio secondo me giusto per valutare il percorso fatto. Sappiamo bene che ogni gara ha una sua storia con le sue eventuali imponderabili complicazioni e insidie, ma la costanza dei risultati mediamente ottenuti è sicuramente sinonimo di programmazione corretta e lavoro ben fatto. Posso solo pensare che la strada tracciata è quella giusta. Vedremo…
Quali esperienze e ricordi ti porterai appresso?
In sei anni di giovanili i ricordi sono veramente tanti, I Giochi Olimpici Giovanili di Nanchino 2014 sicuramente l’esperienza indelebile e straordinaria. Sogno di rivivere quelle sensazioni indescrivibili, un ambiente e un momento magico. Ricorderò anche con piacere i ritiri della Nazionale giovanile, in particolare l’appuntamento degli azzurrini, il più divertente pur lavorando sodo. Ho avuto la fortuna di conoscere tante persone, addetti ai lavori e compagni di sala e nazionale che spero condividano con me ancora molti altri momenti. Questo è uno sport basato su sacrificio e sudore, sul rispetto dell’avversario che incontri in pedana, dove il valore dei rapporti umani si sente e si valorizza molto, e sono felice di farne parte totalmente. È molto formativo anche per la vita di tutti i giorni.
Intanto ti sei gà misurato con gli assoluti e i risultati sono stati ottimi, con un piazzamento tra i 16 a Parigi. Ti aspettavi un impatto più duro?
Il mio primo impatto con il mondo degli assoluti è avvenuto lo scorso anno al Gp di Torino. Una emozione enorme. Quest’anno finora ho partecipato nuovamente a Torino, poi Parigi e infine Bonn. Sono ovviamente felice di aver potuto esprimere una buona scherma, soprattutto a Parigi al cospetto di campioni internazionali affermati, ma sono altrettanto consapevole che in queste competizioni il livello è altissimo e serve una preparazione tecnica e atletica di tutto rispetto, oltre a una buona dose di esperienza.
Che aspettative nutri per il prossimo anno?
Le parole d’ordine sono state sempre due e lo saranno ancor di più il prossimo anno: programmazione e lavoro. Ho la fortuna di allenarmi al Frascati Scherma con grandi campioni. Il mio Maestro Marco Ramacci saprà come sempre cosa fare e lavoreremo insieme per preparare al meglio le gare previste nel calendario nazionale e per farci trovare pronti nel caso si presentasse eventualmente l’opportunità di partecipare a qualche gara di Coppa del Mondo. In ogni caso è fondamentale pensare solo esclusivamente a lavorare cercando di migliorare costantemente.
Prima però ci sono i campionati Italiani Giovani , poi gli Assoluti. Con che ambizioni ti presenti a queste due gare?
Per i Giovani sono il campione in carica e vincitore delle due gare di qualificazione di quest’anno. Non sono però il tipo che fa ragionamenti e calcoli. So bene che ogni incontro può essere diverso da un altro, e molto dipende da tanti fattori. Aggiungo che molti atleti in questa categoria hanno le carte in regola per aggiudicarsi il titolo, perciò massima concentrazione e attenzione. Per gli Assoluti, quest’anno per la prima volta parteciperò per le Fiamme Gialle, gruppo sportivo che annovera campioni olimpici affermati come Daniele Garozzo, Valerio Aspromonte e Giorgio Avola. È per me un onore e un privilegio gareggiare per loro e con loro.