Italia, un Europeo da record con vista su Lipsia

Undici medaglie complessive, la vittoria nel medagliere finale: il primo Europeo post Rio regala all’Italia numeri record e buone sensazioni. Da riconfermare fra un mese al Mondiale.

 

Ora che il sipario sugli Europei 2017 si è chiuso con l’arrivederci a Novi Sad 2018, e in attesa di tornare in pedana per l’ultimo appuntamento della stagione, in casa azzurra è tempo di fare bilanci. A partire da quello più immediato, ovvero quello numerico: undici medaglie complessive, di cui quattro d’oro, è il bottino finale messo nelle sacche dalla scherma italiana. Record eguagliato rispetto all’anno di grazia continentale 1999, e tesoretto che permette all’Italscherma di issarsi in testa al medagliere di fine kermesse, corroborato da 3 argenti e 4 bronzi ad aggiungersi agli altrettanti allori centrati.

E proprio da questi partiamo: impresso a fuoco c’è il marchio del fioretto, che regala tre medaglie d’oro e due di bronzo. C’è l’ennesimo show di un quartetto, quello femminile, che ormai fa più notizia nelle – rare – volte in cui perde che non per le sue vittorie: con quella messa in bacheca in Georgia, diventano 6 in altrettante uscite stagionali, mentre a livello continentale si tratta dell’ottavo alloro negli ultimi nove anni, con la serie interrotta solo dalla Russia di Cerioni l’anno scorso a Torun. E parlando di fioretto femminile, non si può prescindere da Arianna Errigo: lei, la grande delusa di Rio, è ripartita subito alla grande, andando a podio in quasi tutte le gare a cui ha preso parte e si è riconfermata sul tetto d’Europa a distanza di un anno da Torun. Con lei sul podio ci è salita Alice Volpi, alla sua prima medaglia continentale, per un’altra doppia festa dopo quella vissuta il giorno prima dal fioretto maschile.

Laddove è spiccato Daniele Garozzo: quello del siciliano è stato l’oro della determinazione, della testa messa al servizio del talento. Ha tagliato il traguardo esausto, l’oro di Rio, ma lo ha fatto a braccia alzate: la prima vittoria in Coppa del Mondo centrata a San Pietroburgo è stata pura benzina e ora chissà dove può arrivare il piccolo di casa Garozzo. Che torna a casa anche il bronzo a squadre, così come con doppia medaglia torna a casa Giorgio Avola.

Irene Vecchi, Martina Criscio, Rossella Gregorio e Loreta Gulotta: e sciabolatrici azzurre sono campionesse d’Europa a Tbilisi (Foto: Bizzi)

Se Andrea Cipressa gongola, non è lo da meno il suo collega della sciabola Giovanni Sirovich: l’oro conquistato nella gara a squadre dal quartetto femminile è il coronamento di un percorso nato con il quarto posto a Rio, che al netto dell’amarezza per la medaglia sfumata, ha lasciato alle ragazze la consapevolezza di poter lottare con le migliori. Un telaio solido composto da Rossella Greogrio – medaglia d’argento individuale, in una gara caratterizzata dalla favola della Kakhiani e dallo sfortunato doppio derby già al tabellone delle 32 – Loreta Gulotta e Irene Vecchi (unica “superstite” della squadra oro Europeo a Sheffield nel 2011), su cui si è perfettamente innestata Martina Criscio. In Coppa del Mondo sono arrivate due vittorie, altrettanti piazzamenti sul podio, aperitivo della portata principale arrivata in Georgia. A Lipsia si può e si deve sognare in grande, dato che le principali candidate al trono iridato sono da ricercare principalmente in Europa, con la Corea unica insidiosa contendente ora che gli Usa, in contumacia di Mariel Zagunis, sembrano fare fatica.

Non sbaglia un colpo la squadra maschile. Nella prova per quartetti è arrivata ancora una finale, con gli azzurri che dopo aver lottato con la Russia, si sono dovuti accontentare dell’argento. La gioventù di Luca Curatoli – che si è preso anche il bronzo nella gara individuale – ed Enrico Berrè, l’esperienza e il ritrovato entusiasmo agonistico di Luigi Samele, il pilotaggio da bordo pedana di Aldo Montano, che pur non avendo potuto dare il suo fattivo contributo in pedana, si è prodigato in consigli e tifo per i compagni. Funziona bene la squadra azzurra, che se non vince alla mala chiude seconda, come da copione di tutta la stagione.

Paolo Pizzo, per lui uno splendido argento a Tbilisi (Foto: Bizzi)

Europeo un po’ sottotono, infine, per la spada, che porta comunque a casa una medaglia con l’argento di un gigantesco Paolo Pizzo. L’aviere siciliano, malgrado problemi intestinali con cui ha dovuto fare i conti per tutto l’arco della gara, ci ha messo cuore e grinta fino al secondo posto finale. Unica nota lieta in una spedizione che ha visto uscire subito di scena tutti gli altri protagonisti fin dalle prime battute, mentre non meglio è andata nella gara a squadre, chiusa al settimo posto.

Analogo discorso per le ragazze, che dopo i segnali confortanti delle ultime gare, hanno fatto un passo indietro nelle prestazioni: Giulia Rizzi, sorpresa dalla rimonta di Emese Szasz agli ottavi di finale, è stata la migliore nella gara individuale. Da dimenticare al più presto anche la gara a squadre, con l’unica vittoria di giornata fatta registrare contro la Svezia prima delle battute d’arresto in serie contro Francia, Polonia e Ucraina che hanno cristallizzato l’ottavo posto finale. Ma per entrambe le squadre c’è subito una ghiotta occasione per riscattarsi. Lipsia chiama, siamo certo che anche l’Ital-spada saprà farsi trovare pronta all’appello.

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Fotografia Augusto Bizzi 

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