Spada femminile: Estonia iridata a squadre, nona l’Italia

Le baltiche battono la Cina in finale e salgono sul tetto del Mondo. Bronzo per la Polonia. Deludono le azzurre.

 

Estonia campione del Mondo, Cina medaglia d’argento, Polonia al terzo posto, Italia deludente e alla fine dei giochi nona. Questo il responso emesso dalle pedane di Lipsia per quanto concerne la prova a squadre di spada femminile. Un Mondiale da cancellare per il team azzurro al femminile, che dopo le precoci eliminazioni nelle prove individuali, incassano un nono posto che lascia tanto amaro in bocca. Perché gli Usa erano avversari tutt’altro che abbordabili, ma le azzurre, andate sotto di tre stoccate al termine del primo giro, non sono state più in grado di ricucire lo strappo.

A fare da contraltare alla delusione delle azzurre, la gioia delle estoni. Un solo brivido, ai quarti di finale contro la Germania, piegata 12-11 al termine di un match tattico sino al parossismo e risolto da un guizzo da Irina Embrich su Alexandra Ndolo; quindi le nette vittorie contro Polonia e Cina a suggellare il trionfo del quartetto completato da  Julia Beljajeva, Kristina Kuusk e dell'”italiana” Erika Kirpu. Senza storia l’atto conclusivo contro le cinesi del bronzo Olimpico Yiwen Sun, che si è trovata una montagna troppo alta da scalare quando è salita in pedana sotto di dieci stoccate nell’assalto finale contro la Embrich, che ha gioco facile a respingere gli assalti della capitana cinese e regalare alle compagne il titolo Mondiale e la Coppa del Mondo, suggello perfetto di una stagione di altissimo livello per le ragazze della piccola Repubblica Baltica che sulla spada ha costruito le fortune del suo movimento schermistico.

Il bronzo va alla Polonia. quartetto solido quello biancorosso, che sopperisce alla mancanza di un individualità di spicco, con una grande “tigna” capace di mettere in ginocchio ad esempio una corazzata come la Russia ai quarti di finale, con Ewa Nelip (argento nella prova individuale) brava a disinnescare i tentativi di rimonta di Violetta Kolobova. Così come l’assalto disperato di Song Sera, ultima frazionista delle coreane. Dietro però c’è anche il lavoro di Barbara Rutz, Magdalena Piekarska e Renata Miazga, le altre componenti di un quartetto solido ed efficace. Formichine operaie tornate a casa con una medaglia di grande valore.

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Fotografia Augusto Bizzi