Germania, che Mondiale è stato per i padroni di casa?

Una sola medaglia, qualche delusione, ma anche buone prestazioni. Il bilancio di casa Germania.

 

Una sola medaglia, il bronzo di Richard Schmidt nella spada maschile, con il giovane beniamino di casa fermato da Paolo Pizzo in semifinale, nel giorno in cui proprio l’aviere catanese avrebbe conquistato a fine giornata il suo secondo titolo Mondiale. Questo il bilancio, sotto l’aspetto meramente numerico, della Germania ai Mondiali casalinghi andati in archivio a Lipsia. Una volta grande potenza planetaria della scherma, la Germania edizione 2017 dà più l’idea di un cantiere aperto, in cui pian piano sta provando a ricostruire squadre e gruppi nuovi che possano provare a rinverdire i  fasti del periodo a cavallo fra gli anni ottanta e novanta. Fatta questa premessa, è chiaro come risulti difficile provare a tracciare un bilancio certo della spedizione tedesca, anche se qualche spunto si può provare a trovarlo.

Le delusioni – Poche le speranze di medaglia, perdipiù andate deluse. Si prenda ad esempio Max Hartung: un finale di stagione in crescendo, culminato con la prima vittoria in Coppa del Mondo a Madrid e il titolo continentale a Tbilisi, avevano fatto del ventisettenne sciabolatore già bronzo iridato a Mosca due anni fa, uno fra i più seri candidati per regalare l’oro alla Germania. E invece la sua gara è finita fuori dagli otto, fermato dal futuro campione del Mondo Andras Szatmari, mentre nella prova a squadre è stato suo malgrado protagonista della clamorosa rimonta della Francia, con Anstett capace di portare a casa un parziale di 18-4, ribaltando così le sorti di un assalto che lo aveva visto salire in pedana sotto 27-40. Non meglio è andata a Peter Joppich e Benjamin Kleibrink nel fioretto maschile. La carta d’identità non più verdissima non è certo stata alleata dei due, soprattutto per Kleibrink che ha pagato l’ulteriore ruggine di tre anni di stop prima del rientro in gioco, disperata mossa per provare a centrare la qualificazione olimpica con il team.

Le note positive – Detto del bronzo di Schmdit, ci sono state altre note positive da questo Mondiale: il pubblico, caldo e numeroso, ha fatto un grande tifo per i propri beniamini che si sono battuti tutti al massimo delle loro forze. Di grande caratura, in particolare, la prova di Anne Sauer nel fioretto femminile, Anna Limbach nella sciabola e Alexandra Ndolo nella spada, tutte fermatesi a un passo dal podio. Sempre parlando di fioretto femminile, comunque buona la prova della squadra, che batte la Francia e arriva a sfiorare il bronzo dopo quello già conquistato a Tbilisi: un gruppo unito e compatto, pilotato da una Sauer nella sua miglior versione stagionale.

Ricostruzione – Sul bilancio della spedizione tedesca influiscono altri fattori: ad esempio la gioventù e l’inesperienza di alcuni elementi. Si prenda ad esempio la sciabola femminile: classe 1999 Larissa Eifler, classe 1996 Ann Sophie Kindler e Lea Krüger, con Anna Limbach unico elemento di esperienza ma non certo una fuoriclasse della disciplina. Se poi si accanisce anche la sfortuna (leggi infortuni capitati a Limbach e Eifler nel corso della prova a squadre), il compito diventa veramente arduo. Paga la gioventù anche il team di spada maschile, che dopo aver steso la Francia agli Europei, non è riuscito a ripetersi ai Mondiali, subendo anzi una dura lezione dai futuri campioni del Mondo. La spada femminile manca di una vera stella, ora che Britta Heidemann è in eterna lotta con i suoi acciacchi.

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Fotografia Augusto Bizzi