Questa volta vince la Russia, il Dream Team chiude al secondo posto

Le azzurre vengono battute in finale dalla Russia. 45-39 il punteggio finale. Terzo posto per la Francia

 

Due a uno e palla al centro. In questa vita che nessuna certezza ti dà – come cantavano qualche anno fa i Tiromancino – l’infinita disfida fra Italia e Russia nelle gare a squadre di fioretto femminile rappresenta l’eccezione alla regola. E se a Polonia e Ungheria va dato merito di aver provato a sparigliare il mazzo sul tavolo – le prime con un tentativo di rimonta sulle azzurre guidata da walczyk su Camilla Mancini, le seconde impegnando punto a punto le russe prima che salisse in cattedra la Tripapina a risolvere nella frazione finale una situazione fattasi complicata – una volta disinnescati i tentativi di “rivoluzione”, la diarchia attualmente alla guida del pianeta fioretto femminile si è data appuntamento in finale per l’ennesimo rendez-vous con in palio il bersaglio grosso.

Vince la Russia, che si impone per 45-39. Fatica invece l’Italia, con Alice Volpi unica in saldo positivo nell’ultimo atto, mentre arrancano tanto Arianna Errigo quanto Camilla Mancini (Francesca Palumbo, quarta azzurra, ha tirato in mattinata  contro la Spagna). Dall’altra parte le russe fanno tutte il loro dovere e controllano fin dal primo assalto, quello vinto per 5-3 da Deriglazova – la migliore delle sue, con un bottino finale di 22 stoccate a referto – su Errigo. In mezzo, un pressoché sostanziale equilibrio, fra parziali e controparziali, fino al turning point dell’ottava frazione quando proprio la campionessa Olimpica in carica scava il solco decisivo ai danni di Alice Volpi e consegna ad Anastasia Ivanova il testimone da portare al traguardo sul 45-39. Due a uno Russia, palla al centro e arrivederci ad Algeri fra tre settimane.

Intanto dietro alle due corazzate del circuito, la bagarre per il terzo gradino del podio si fa interessante e incerta, con sempre nuove variabili a inserirsi nel novero delle candidate. E per una Francia che chiude terza, c’è una Germania che, ferma per maternità Carolin Golubitsky, si affida alla gioventù di Kim Kirschen e Leandra Behr (entrambe classe 1996) affianco a Leonie Ebert (classe 1999) e ad Anne Sauer, l’elemento più esperto e fresca di primo podio individuale. E al netto del duro punteggio con cui le tedesche hanno perso la finalina, resta una bella prova per loro, impreziosita anche dalla vittoria sugli Stati Uniti ai quarti di finale e un buon assalto contro la Russia in semifinale.

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Fotografie Augusto Bizzi