Allenamento internazionale di Scherma Non Vedenti a Bouillargues, il racconto di Veronica Tartaglia

L’esperienza dell’atleta azzurra in Francia.

 

Bouillargues ha aperto le sue porte agli schermidori non vedenti italiani, svedesi, spagnoli e francesi. L’allenamento  internazionale in Francia si è svolto dal 27 febbraio al 5 marzo grazie ai fondi della Comunità Europea per il progetto Erasmus + Sport, un’occasione importante di incontro e confronto volta anche alla definizione di un regolamento internazionale per la categoria.

La delegazione italiana comprendeva Samantha De Rosa, Veronica Tartaglia e Simonetta Pizzuti, Roberto Realdini, Antonio Carnazza e Pietro Palumbo. Al termine di questo incontro Veronica Tartaglia, vincitrice dell’oro nella gara individuale del 3 marzo, e uno dei suoi maestri, Francesco Donzelli, ci hanno raccontato la loro esperienza.

L’atleta romana ha detto: «Sono troppo felice perché ho fatto commuovere i miei maestri, e lo meritano veramente. Hanno fatto molti complimenti a me e Francesco che eravamo lì e alla scherma che facciamo, all’eleganza con cui ero in pedana e la scherma che ci insegnano. Quando mi hanno convocata per questo progetto avevo già capito che sarebbe stata un’esperienza molto bella da vivere al 100%, tant’è vero che ho cercato di ripassare il più possibile l’inglese prima di partire, ho fatto un po’ di palestra in più, per vivere l’esperienza al massimo e prendere tutto quello che potevo prendere, viverla come un’occasione di scambio, culturale, emozionale, sportivo.

L’evento era organizzato benissimo. Tre giorni di fitness, lezioni individuali con i diversi maestri, affinché gli atleti provassero diversi metodi e per insegnare ai maestri appena entrati nel mondo della scherma non vedenti, come ad esempio gli spagnoli, cosa vuol dire tirare di scherma per un non vedente. Oltre alle delegazioni italiana, francese, svedese e spagnola, c’erano due maestri canadesi. È stato un bellissimo scambio, un’atmosfera molto sportiva, mi ha colpito molto la stretta di mano dopo ogni assalto, una stretta di mano piena di gratitudine reale per l’esperienza vissuta insieme in pedana, tra due persone di culture e stati differenti. Tutti hanno voluto portare tutto quello che potevano, la loro esperienza, le loro emozioni, è stato uno scambio quotidiano di tecnica, di opinioni, di sensazioni.

Il quarto giorno abbiamo fatto le gare individuali, che rientravano nel circuito nazionale francese, per questa ragione abbiamo tirato con la metodologia francese, l’unica regola che cambia è che la presa di ferro sulla coccia non vale. La loro pedana è molto più grande della nostra e non hanno la linea direttrice come noi. Per loro è una forma di integrazione, è anche vero che noi avendo la direzione ci concentriamo subito più sulla tecnica, perché sappiamo dove si muove l’avversario, in che direzione. Però non è detto che non si possa trovare un punto d’incontro, perché l’obbiettivo più importante di questo incontro era trovare un regolamento comune europeo. I francesi hanno anche dei vedenti bendati che tirano, per aumentare i numeri della scherma non vedenti. Abbiamo fatto i gironi e le dirette erano a 15 anziché a 10 come le nostre.


Sono riuscita ad arrivare in finale, dove ho sentito di avere ancora tanta carica e tanta testa, sono felice perché sono riuscita a tirare bene, esibendo la bella scherma che mi ha insegnato la Gaudini ed il Circolo Scherma Appio, alla fine mi sono divertita, sono stata veramente felice di aver ricevuto questi complimenti che vanno anche ai miei maestri. Ho vinto con una francese bendata la finale.Il giorno dopo abbiamo fatto una gara a squadre, c’erano nazioni con pochi atleti quindi abbiamo tirato a coppie, è stata una bellissima esperienza, molto divertente, sono comunque arrivati primi gli italiani, io ed il mio compagno siamo arrivati quinti, ho tentato fino alla fine ma avevo esaurito un po’ le energie.

La sera si andava a cena insieme, si stava sempre insieme, ci siamo scambiati opinioni, in varie lingue contemporaneamente nella stessa frase ma l’importante era la voglia di capirsi che non è scontata. Sono tornata con un grande bagaglio da quest’esperienza, che ho avuto l’opportunità di vivere con un bel gruppo italiano».

«Da questa esperienza abbiamo avuto la conferma di lavorare con i nostri atleti nel modo giusto» ha aggiunto Francesco Donzelli «cioè adeguando loro a una scherma che si avvicini il più possibile alla scherma Olimpica e non il contrario. Torniamo con un bagaglio tecnico arricchito grazie al confronto con altri tecnici e atleti e con al collo un metallo prezioso che dà sempre tanta fiducia e stimola tutti noi a lavorare sempre con più entusiasmo».

Twitter: @Ariariasally

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