Sciabola femminile: Velikaya colpisce ancora, Italia lontana dal podio

La russa batte la Berder e centra l’oro. Azzurre lontane dal podio.

 

Non è gara per italiane, è gara eccome per Sofya Velikaya. L’instagram, decisamente e, purtroppo, amaramente sintetico che viene dalle pedane di Novi Sad per la prova individuale di sciabola femminile è questo. Le azzurre presto fuori dalla contesa e la russa che festeggia il suo ennesimo titolo Europeo e timbra il secondo successo in tre gare dal suo rientro datato maggio al Grand Prix  di Mosca, con in mezzo la finale a otto di Tunisi.

Un ruolino di marcia incredibile anche per chi ha tutti i galloni del fenomeno. Con buona pace di tutte le avversarie incontrate sul percorso odierno, buona ultima la francese Cecilia Berder che, come nel 2015 a Mosca (allora in palio c’era il Mondiale) deve lasciare strada alla russa. Sul terzo gradino del podio, in una gara dove non sono comunque mancate sorprese, si sono piazzate la polacca Marta Puda e la giovane russa Svetlana Sheveleva: un bis di medaglie che lancia fin da subito l’acerrima rivale dell’Italia nella corsa al medagliere.

Italia che purtroppo non ha avuto apporto da questa gara: Fuori nel tabellone delle 32 Rossella Gregorio, incappata nella solita Sofya Velikaya con cui la campana sembra aver preso appuntamento fisso, e Loreta Gulotta, battuta da Queroli e da qualche partenza anticipata di troppo costata cara in termini di cartellini rossi; eliminate agli ottavi Irene Vecchi e Martina Criscio, che dopo aver battuto avversarie della caratura di Yana Egorian – con tanto di entusiasmante rimonta dall’11-14 al 15-14 – e Manon Brunet vengono sorprese da Komashcuck e Navarro.

Per le azzurre c’è l’immediata possibilità di riscatto nella prova a squadre di martedì: c’è un titolo da difendere e una gara opaca da riscattare. E pure tre giorni per azzerare e resettare, per farsi trovare pronte a un’altra sfida.

Classifica – 1. Velikaya (Rus), 2. Berder (Fra), 3. Puda (Pol), 3. Sheveleva (Rus), 5. Navarro (Esp), 6. Pascu (Rou), 7. Gkountoura (Gre), 8. Komashchuk (Ukr)

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Fotografia Augusto Bizzi