Antonio Fiore: «Era mio dovere far sospendere tutte le gare»

Presidente della Commissione Medica FIE, Antonio Fiore racconta come è nata la proposta di fermare tutte le attività della scherma.

 

«In qualità di medico, ho sentito la necessità di fare sentire la mia voce e fare in modo che si fermasse tutto». A parlare è Antonio Fiore, medico della Federazione Italiana Scherma e presidente della Commissione Medica della Federazione Internazionale. Lo abbiamo sentito per chiedergli quanto ha fatto perché si arrivasse a sospendere in toto l’attività schermistica per almeno 30 giorni.

«In Italia sono stato il primo fra i medici federali a scrivere al Presidente e al segretario per chiedere di fermare tutto» ci racconta via telefono Fiore «all’inizio si pensava comunque di poter andare avanti ma con le dovute precauzioni. Poi però ci siamo resi conto che era solo mettere una pezza. La scherma è, per sua natura, uno sport di contatto e promiscuità, senza contare che è pressoché impossibile evitare gli assembramenti di atleti, tecnici, accompagnatori e spettatori».

Con l’allargarsi sempre di più del contagio da Coronavirus, il “campo di battaglia” si è spostato dall’Italia all’ambito internazionale. «In quel periodo c’erano tante gare in programma, dai Mondiali Cadetti e Giovani di Salt Lake City alle ultime tappe di Coppa del Mondo per la qualificazione Olimpica» prosegue nel suo racconto il Dottore «mi sono consultato con il Presidente Scarso. Lui mi ha detto di aspettare la mossa della FIE, che però tardava ad arrivare. Allora ho scritto direttamente, dopo aver consultato anche Aldo Montano, in qualità di presidente della Commissione Atleti e gli altri colleghi della Commissione Medica Fie. Anche perché fra restrizioni del governo, voci contrastanti dagli Stati Uniti e altre problematiche, il rischio che molte delegazioni non riuscissero a partire o che si trovassero bloccate lontane da casa era troppo alto».

Malgrado la sospensione sia di un solo mese, al momento però è davvero difficile ipotizzare una ripresa immediata delle attività: «L’Italia sta attraversando un momento drammatico, gli altri Paesi stanno cominciando anche loro a fare i conti con questo incubo, e persino sport con enormi interessi economici quali NBA, calcio o Formula 1 e tennis per fare qualche esempio, si sono fermati».

Naturalmente le perplessità si estendono anche sullo svolgimento delle Olimpiadi di Tokyo. Al momento il CIO sembra ottimisticamente irremovibile sulla partenza il prossimo 24 luglio, ma anche qui è difficile guardare al futuro con ottimismo: «Da questa situazione, come ha dimostrato la Cina, se ne esce gradualmente. Difficile che in due settimane accada il miracolo e l’Italia ne esca. E, anche ammesso ciò accada, cosa succederà negli altri Paesi? Mi auguro che di dovere tenga conto di tutto ciò e prenda la decisione più sensata. Tenendo conto anche dell’aspetto etico: lo sport è vita, divertimento, festa. Come si può pensare a tutto ciò mentre tutto intorno muoiono così tante persone?».

Twitter: agenna85

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Foto Bizzi