Finalmente davanti a tutti

La squadra di spada maschile vince a Tallinn. E scaccia dubbi e paure. Una grande prova degli azzurri. 

 

Via le insicurezze, le incertezze, gli errori tecnici e tattici. L’Italia è tornata a essere l’Italia, anche nella spada. Per salire sul gradino più alto del podio ha dovuto guardarsi dentro e ritrovare la fiducia nei suoi mezzi. L’ha fatto con una gara perfetta, senza sbavature, in cui tutti, ma proprio tutti, hanno dato il loro contributo.

Gabriele Bino, Enrico Garozzo, Paolo Pizzo e Matteo Tagliariol. Che fosse un quartetto da vertici mondiali lo si sapeva, ma c’era bisogno di una dimostrazione di forza. A Tallinn, in Estonia, gli azzurri hanno sconfitto i propri fantasmi. Chiave di volta, probabilmente, il quarto di finale contro l’Ucraina. Una squadra che non permette il minimo passo falso, la stessa che aveva eliminato l’Italia agli Europei di Zagabria, poi al Trofeo Carroccio di Legnano. Stavolta è andata diversamente. Match tattico, vinto di una botta, 17-16.

La stessa solidità mostrata in finale, contro un’Ungheria che era scappata via di tre stoccate prima che Paolo Pizzo ricucisse lo strappo e che Enrico Garozzo chiudesse 20-19 al minuto supplementare. Testa, punta e sangue freddo. Così l’Italia si è ripresa il posto che le compete. Con Tagliariol e Bino ad alternarsi in pedana (il primo ha tirato contro Hong Kong e Ungheria, il secondo con Ucraina e Corea del Sud), con un Garozzo sempre più uomo squadra, con un Pizzo che ha macinato una stoccata dopo l’altra, positivo in ogni assalto, esagerato nella semifinale vinta per 45-34 contro la Corea del Sud, dove ha infilato un +9 tra stoccate date e ricevuto che ha scavato il solco tra le due formazioni.

Ognuno, finalmente, col suo ruolo. Tutti a remare nella stessa direzione, a recitare un copione perfetto. La vittoria non poteva che essere la logica conseguenza. Così come quel podio bellissimo, e quell’inno di Mameli cantato tutti insieme, con gli ungheresi da un lato e i francesi, terzi, dall’altro. Ora lo sanno anche loro: l’Italia c’è, e bisognerà farci i conti.

 

Twitter: GabrieleLippi1

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