Stabilità e concentrazione

Intervista ad Andrea Cassarà, attuale n.1 del fioretto maschile. Che ci ha raccontato i suoi progetti per il futuro.

 

Cinque Coppe del Mondo vinte, campione del mondo a Catania nel 2011, tre medaglie olimpiche di cui due d’oro nella gara a squadre (Atene 2004 e Londra 2012) e un bronzo individuale ad Atene nel 2004, il record assoluto di vittorie in gare di Coppa del Mondo a quota 25, un inizio di 2014 che gli ha già consegnato il primo posto nel ranking internazionale del fioretto maschile e l’argento nella prima gara della stagione, in gennaio, a Parigi. Un breve ritratto di Andrea Cassarà, che a 30 anni da poco compiuti nella nostra intervista traccia le linee che lo guideranno ai due appuntamenti-clou della stagione, a Strasburgo prima e a Kazan poi, e non manca di allungare lo sguardo alle Olimpiadi di Rio 2016 e ancora più in là, a un futuro che immagina a bordo pedana.

 

Dopo il secondo posto di Parigi due risultati meno incisivi a La Coruna e San Pietroburgo, comunque mantieni il primo posto nel ranking mondiale. Come valuti il tuo inizio di stagione?
Nel complesso direi buono. L’ultima gara non è andata proprio come mi aspettavo, non pensavo certo di uscire così presto (ai 64, ndr), da circa un paio d’anni non mi capitava. Diciamo che avrei potuto raccogliere un po’ di più ma tutto considerato, il momento della stagione, il cambio di allenatore e di preparatore atletico, il fatto che inevitabilmente dopo tante vittorie oggi tendo a considerare alcune gare nell’arco della stagione più come un momento di verifica della preparazione in vista dei grandi appuntamenti degli Europei e soprattutto dei Mondiali che altro, non mi posso affatto lamentare.

A proposito di Mondiali, ricaricare le batterie dopo Budapest ti avrà richiesto del tempo…
Un po’, effettivamente. Diciamo che ritrovarmi al quinto posto dopo il problema avuto con la maschera (nel quarto di finale contro l’ucraino Herstyk, sul punteggio di 14-14 un suo attacco è stato segnato in bersaglio non valido malgrado sulla maschera si fosse accesa la luce verde, ndr) non è stato così facile da mandare giù. Le vittorie in Coppa del Mondo e nella prova mondiale a squadre hanno comunque mantenuto positiva la stagione nel suo complesso. Quest’anno in vista di Europei e Mondiali avrò bisogno di molta stabilità e molta concentrazione, saranno questi i due aspetti decisivi per puntare a fare risultati in entrambe le competizioni.

Le date così ravvicinate tra una gara e l’altra nell’arco dell’anno sono un aiuto o piuttosto un ostacolo?
Come dicevo, dopo tanti anni e tante vittorie in Coppa del Mondo ho l’abitudine di considerarne alcune come un viatico per prepararmi all’atmosfera delle grandi competizioni continentale e mondiale. In linea di massima, però, non so quanto possano essere di aiuto, soprattutto per le continue e a volte lunghe trasferte a cui siamo costretti dal calendario tra una gara e l’altra.

Pensi che con il nuovo calendario potrà cambiare qualcosa?
Non so se potrà andare meglio, di certo la Federazione internazionale ha fatto le sue scelte e noi atleti non possiamo che rispettarle e adeguarci. Vedremo, in ogni caso a mio parere si potrebbe prendere spunto maggiore da altri sport nella predisposizione del calendario: nel tennis, ad esempio, si è arrivati a una suddivisione dei tornei per singoli continenti nei diversi periodi dell’anno, riunendo tutti i tornei previsti in America, Europa e Asia in tre momenti diversi della stagione. Anche il fatto di dover disputare due Mondiali consecutivi in Russia (Kazan quest’anno e Mosca nel 2015) dà l’idea all’esterno che non ci siano Paesi in condizione di ospitare un Mondiale quando, per esempio, si era parlato di un possibile Mondiale negli Stati Uniti: sarebbe stato un segnale importante, a mio avviso, per attirare maggiori sponsor, dare maggiori opportunità, indicare una globalizzazione in atto anche nella nostra disciplina.

Per uscire un attimo dalle pedane… cosa fa Andrea Cassarà quando toglie la maschera?
In questo momento prevalentemente studia! Conto di laurearmi in Scienze motorie prima delle Olimpiadi di Rio, per poi iniziare il percorso per diventare Maestro. Sarà il mio primo traguardo da raggiungere in un prossimo futuro: mi vedo muovere i primi passi in un Club per imparare la pratica, e poi magari fare una prima prova a bordo pedana con un’esperienza all’estero, che mi darebbe l’occasione di conoscere un movimento schermistico fuori dall’Italia.

La prossima gara di Coppa del Mondo sarà la prima del 2014 in casa, a Venezia, il prossimo weekend (14-16 marzo). Motivazioni?
Le gare in Italia ti danno sempre una motivazione super, come è ovvio. L’obiettivo sarà fare il meglio possibile, come al solito, e come al solito non sarà per nulla facile. Vorrei che fosse la prima tappa di avvicinamento alle 30 vittorie in Coppa del Mondo, la prossima quota che vorrei raggiungere per migliorare il mio record attuale, ma soprattutto una nuova, e positiva, tappa di avvicinamento ai grandi appuntamenti di quest’anno e, più in là, per le qualificazioni olimpiche in vista di Rio, che da due anni sono il mio primo pensiero ogni volta che salgo in pedana.

 

Twitter: MattiaBoretti

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Foto di Augusto Bizzi per Federscherma
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