Max power!

Un Heinzer in grande spolvero trascina la Svizzera al titolo continentale nella prova a squadre di spada maschile. Podio per Spagna e Russia. Italia solo undicesima. Delusione Francia.

 

Nel giorno in cui i sogni di gloria dell’Italia si infrangono sullo scoglio Estonia, nel giorno in cui la gara delle gare per il popolo dell’escrime française, si trasforma in una Waterloo per mano del vecchio ma sempre valido Luis Abajo, a risuonare nella Hall Rhénus di Strasburgo è l’inno della Svizzera. Per gli elvetici si tratta del terzo trionfo di fila in questa competizione, dopo Legnano 2012 e Zagabria 2013. Argento per la Spagna – oggi ammazza grandi – terzo per la Russia, con Khodos freddo nel piazzare la stoccata del 45-44 al termine di un match partito in sordina, ma che pian piano è andato acquistando intensità, fino al drammatico finale. Che premia i russi e lascia l’amaro in bocca all’Ucraina.

Una gara perfetta quella del quartetto di Angelo Mazzoni, pilotato da un Max Heinzer in forma strepitosa. Sua la firma sulla semifinale, quando ormai l’Ucraina di Bogdan Nikishin sembrava avviata verso la finalissima, dal momento che il tabellino recitava 23-18 Ucraina. Tutto finito? No se in ballo c’è Max Heinzer, che in un assalto tirato alla velocità della luce, piazza un parziale di 17-11 all’ucraino, che fissa il punteggio finale sul 35-34. Un autentico spettacolo questo attaccante della spada, spesso sprecone – come nel caso della semifinale contro Redli non più tardi di quattro giorni fa – ma anche capace di capottare un 8-14 in 15-14 in meno di 30 secondi (Coppa del Mondo, Tallin 2013. Guardare per credere). O capace del capolavoro con chiude la pratica spagna, una stoccata volante che manda in brodo di giuggiole i pochi fortunati rimasti ad assistere alla finale. Un capolavoro assoluto, da vedere e rivedere.

La finale contro la Spagna è un autentico monologo, una prova corale orchestrata dallo stesso Heinzer in concerto con Fabian Kauter, Benjamin Steffen e il giovane Peer Borsky, che si è guadagnato sul campo la sua fetta di gloria. Mai in assalto gli iberici, che si consolano con un bellissimo e inatteso argento, preso anche a scapito della Francia, battuta nei quarti di finale al termine di un assalto incredibile. Mancato l’oro nella prova individuale, Hugues Obry puntava tutto su questa gara per far risuonare la Marsigliese: ma è stato tradito da chi meno si potesse attendersi, ovvero Ulrich Robeiry. L’esperto atleta francese, salito in pedana per chiudere l’incontro con un buon tesoretto (+4), si è fatto dapprima rimontare quindi beffare alla priorità da Abajo, per 44-43 che fa davvero male alla truppa francese e provoca l’immediata transumanza del pubblico verso l’uscita. Il sesto posto finale è davvero poca roba per una squadra così forte e che aveva anche il “fattore campo” dalla sua.

Capitolo Italia: giornata storta per gli azzurri, che han chiuso  all’undicesimo posto. Dopo la sconfitta (45-37) contro l’Estonia, il quartetto composto da Lorenzo Bruttini, Marco Fichera, Enrico Garozzo e Paolo Pizzo ha affrontato la trafila dei match di piazzamento, battendo dapprima la Romania (43-35), quindi perdendo contro la Repubblica Ceca (37-45) prima di avere ragione della Polonia (45- 34) nell’assalto che metteva in palio l’undicesimo posto. Una gara opaca, una brutta pagina da girare e cancellare al più presto. E tanto Sandro Cuomo quanto Garozzo e Pizzo lo han detto chiaro e tondo.

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Fotografia Swiss Fencing/Facebook

 
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