Una poltrona per tre?

Dyachenko, Kharlan e Zagunis in pole position.  In tante possono ambire alle medaglie. A partire dalle azzurre.

 

Tre aspiranti regine per un solo trono. E dietro, tante principesse che sperano nel colpo grosso. Si potrebbe facilmente riassumere così la gara di sciabola femminile che, il prossimo 18 luglio darà il via alla caccia alle medaglie iridate sulle pedane di Kazan. Una gara che l’anno scorso, sulle pedane di Budapest, vide la consacrazione iridata di Olga Kharlan: tante medaglie per lei, ma mai prima di allora quella più pesante in un mondiale individuale. Ci è voluto il 15-12 sulla russa Ekaterina Dyachenko perchè il cerchio si chiudesse, perchè la Regina avesse anche la corona. Ma la pedana di Budapest ha visto spiccare anche il sorriso tutto livornese della nostra Irene Vecchi, terza in compagnia di Jiyeon Kim al termine di una gara entusiasmante

Olga Kharlan, Ekateryna Dyachenko e Mariel Zagunis. Palmarès, blasone e tabella di marcia stagionale indicano in loro tre le pole sitters per la corsa al titolo. La capoclassifica del ranking viene da una stagione scintillante, condita di quattro vittorie in Coppa del Mondo a cui ha aggiunto il quinto sigillo europeo a Strasburgo, il quarto di fila  La statunitense ha strappato due vittorie in Coppa del Mondo, di cui una, a Bolzano, proprio in finale contro la Kharlan. Già due volte campionessa del Mondo, a Kazan va a caccia del suo terzo acuto. La russa gioca in casa, viene da un’ottima stagione – vittoria a Mosca per lei – e farà di tutto per prendersi quella medaglia d’oro mondiale sfumata per pochissimo l’anno scorso.

Se le tre citate partono avvantaggiate, non va però tralasciato un plotone di pretendenti alla medaglia e di possibili guastafeste. Da Jiyeon Kim a Vassiliki Vougiouka, passando per la cinese Chen Shen. E, ancora, le russe Yana Egoryan, Dina Galiakbarova e Sofya Velikaya, con quest’ultima ancora lontana dalla sua forma migliore dopo il rientro post parto ma pur sempre Campionessa con pochissime eguali nel circuito. Le americane Ibithaj Muhammad, Elizabeth Stone e Dagmara Wozniak hanno fatto podi in Coppa del Mondo. O le francesi Charlotte Lembach e Cecilia Berder, con la prima per tre volte sul podio in stagione e la seconda vincitrice ad Antalya. Ultime, ma non certo per importanza, le nostre Ilaria Bianco, Rossella Gregorio e Irene Vecchi, con tutte e tre le ragazze che nel corso della stagione hanno assaporato la gioia del podio in Coppa del Mondo. E con Rossella che ha dato il tocco d’artista a Strasburgo, con un bellissimo bronzo.

Per la prova a squadre, la Russia parte avvantaggiata. Perché gioca in casa, perché – eccezion fatta per Dakar e Antalya – si è portata a casa tutte le prove a squadre sin qui disputate, perché ha un collettivo di grande valore e omogeneo. L’Ucraina ha Olga Kharlan e questo non è poco, ma se è poco supportata dalle compagne – si veda ad esempio la gara di Strasburgo – non può sempre fare gli straordinari o i miracoli. Come quello dell’anno scorso, un numero entrato di diritto nei libri di storia: salita in pedana sul 35-40 Russia (e dopo aver rimediato due brutti parziali nei primi assalti), la Kharlan ha portato a termine una rimonta da urlo, con tanto di parata e risposta in spaccata a fondo pedana da far stropicciare gli occhi. Fino all’incredibile 45-44 che ha consegnato il titolo all’Ucraina.

Tornando alla stretta attualità, il quartetto azzurro ha dimostrato di poter competere ad armi pari con le più forti, con tre secondi posti a inizio stagione e una serie di buone prestazioni anche quando il podio non è arrivato. L’anno scorso, a Budapest, furono gli Stati Uniti a privare l’Italia di una bella e meritata medaglia di bronzo, nel giorno in cui Rossella Gregorio si rivelò con il parziale di 15-4 rifilato alla Stone, rimettendo in piedi un incontro che sembrava perduto subito in partenza.Ilaria Bianco, Rossella Gregorio, Lucrezia Sinigaglia e Irene Vecchi hanno tutte le carte in regola per prendersela quella medaglia, magari con un colore diverso. Con Stati Uniti e Corea come pericolosi avversari. Quanto alla Francia, se le ragazze ritroveranno lo spirito e lo stato di grazia sceso su di loro in quel di Strasburgo, possono diventare clienti pericolose.

Twitter: agenna85

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

 
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