Loro sono leggenda

Il Dream Team colpisce ancora. L’Italia sul tetto del Mondo nel fioretto femminile. Per il terzo anno di fila. Solo la Russia prova a resistere, ma poi si arrende. Bronzo per la Francia che batte la Corea del Sud.

 

Non perdono mai. Non perdono più. Campionesse del Mondo per il secondo anno consecutivo, dopo aver vinto all’Olimpiade di Londra. Campionesse europee. Sempre sul gradino più alto del podio in una stagione perfetta. Non poteva che finire così la gara di fioretto femminile ai Mondiali di Kazan. Con l’Italia sul gradino più alto del podio, Martina Batini, Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Valentina Vezzali a cantare l’inno di Mameli.

La Russia è l’unica nazione che si avvicina al Dream Team, ma non riesce a superarlo. Anzi, rispetto a Strasburgo fa un piccolo passo indietro. Ci vuole tutto il talento, la forza e la concentrazione di Inna Deriglazova, Larisa Korobeynikova e Yulia Biryukova per tenere in apprensione le Azzurre, che stanno sotto per un po’, di una, massimo due stoccate, poi svoltano con l’ultimo giro di assalti. Martina Batini piazza il break che dal 29-30 porta al 35-33, Elisa Di Francisca sale a 40-35, Arianna Errigo chiude 45-39. Stavolta non c’è il pathos che c’era stato agli Europei, dove la Errigo era rimasta in panchina per guarire (bene, a giudicare dai risultati) dall’infortunio al dito. Ma c’è stato assalto, almeno quello sì.

Perché la strada per arrivare all’ultimo atto, per le Azzurre, era stata una passeggiata di salute. Agli ottavi 45-21 sul Brasile, poi 45-22 alla Germania, quindi la pratica Corea del Sud liquidata con un 45-23 altrettanto netto. Troppo forti, semplicemente imbattibili, anche quando tirano fuori casa e hanno un palazzetto contro. Niente da fare per Stefano Cerioni, che ancora una volta si inchina alla “sua” Italia poco dopo averlo fatto nella finale per il bronzo maschile. Eppure, a ben vedere, negli ultimi anni la Russia non era mai stata così vicina, non era mai stata così insidiosa.

Il resto della gara è un corollario che racconta del bronzo conquistato dalla Francia, che batte 45-35 la Corea e si prende il terzo gradino del podio: la prima delle sconfitte tra le umane. Perché ormai è per quello che si tira, per il terzo gradino del podio. I primi due sono prenotati e i posti già assegnati in anticipo. C’è l’Italia, poi la Russia, quindi tutte le altre. È il fioretto femminile, bellezza, l’arma più dolcemente prevedibile dell’intero panorama schermistico. E a noi italiani va bene così.

 

Twitter: GabrieleLippi1

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Foto di Augusto Bizzi per Federscherma

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