Quattro per quattro

L’Italia chiude al terzo posto la prova a squadre del “Carroccio”. Quarto podio di fila per le azzurre. 

 

Un sorriso per chiudere alla grande il week-end del Carroccio e puntare con serenità lo sguardo verso il futuro. Arriva con il brivido il quarto podio di fila per le ragazze dell’Italspada (Bianca Del Carretto, Rossella Fiamingo, Mara Navarria e Francesca Quondamcarlo), dopo quello di Rio nell’ultima prova di Coppa del Mondo – dove però non c’era Mara Navarria ma Alberta Santuccio– e i due ben più prestigiosi di Strasburgo e Kazan. Arriva dopo aver piegato all’ultima stoccata la mai doma giovane Francia: le transalpine rimangono attaccate fino all’ultimo al match e costringono Rossella Fiamingo a giocarsi tutto al minuto supplementare. Qualche seocndo di apnea e poi è proprio l’iridata di Kazan a piegare la resistenza delle francesi, mettendo a segno la stoccata decisiva del 27-26 che fa esplodere di gioia il pubblico accorso al Pala Borsani ad ammirare le prodezze delle migliori interpreti mondiali della spada al femminile.

Applausi per le azzurre, ma applausi anche alle estoni, alla fine vincitrici: Julia Beljajeva, Irina Embrich, Erika Kirpu e Kristina Kuusk sono spadiste solide e ben organizzate, quelle che arrivano sempre in fondo malgrado nel borsino del pronostico risultino sempre fra le underdogs. Non è bastata alle romene una spettacolosa Ana Maria Branza – artefice, fra le altre cose, della bella rimonta che ha proiettato le compagne alla finalissima a scapito delle nostre azzurre – per venire a capo della solida difesa innalzata dalle spadiste est-europee. Da segnalare anche la prova delle francesi: una squadra giovane – oggi l’età media era innalzata dall’esperta Vanessa Galantine– e di buone speranze, a cui manca magari ancora un pizzico di esperienza e convinzione nei propri mezzi. Capace però di mettere in vetrina bei numeri, come ad esempio la rimonta con con cui Marie Florence Candassamy ha impallinato Vera Zvereva nei quarti di finale: salita in pedana sotto di cinque botte, la Candassamy ha dapprima impattato sul 29 pari, quindi nel minuto supplementare ha messo la freccia.  Il proseguo della stagione ci dirà il reale valore del quartetto francese (Marie – Florence Candassamy, Josephine Jacques Andreè, Auriane Mallo – oggi messa quasi subito fuori uso da un infortunio al piede – e Lauren  Rembi, al momento infortunata e non partita per Legnano), ma intanto cominciam oa segnarci i loro nomi sul nostro proverbiale taccuino del giornalista.

Tornado alla gara delle azzurre, va sottolineato il contributo dato da tutte e quattro le ragazze tanto in pedana quanto nel sostenersi l’un l’altra. Un gruppo unito e compatto, che rema nella stessa direzione. Svezia (45-37) e Cina (18-15 al termine di un match molto tattico e contraddistinto dal largo ricorso alla passività) battute, prima dell’incontro con la Romania e la già citata rimonta di Ana Maria Branza, contro la quale nemmeno la Campionessa del Mondo ha potuto fare nulla: il 25-24 griffato dalla spadista con la maschera gialla lascia molto rammarico alle azzurre, fermate ancora una volta a un passo dalla finalissima. Ma arriva comunque un podio e la conferma dell’alto livello delle spadiste italiane: le gare valide per la qualifica olimpica partono solo nella seconda parte di stagione, ma – come dice il saggio – chi ben comincia è a metà dell’opera…

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

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