Un passo in più verso la vetta

A Tallinn gli azzurri chiudono secondi la prova a squadre di spada maschile e, con due gare ancora da disputare, mettono un’ipoteca sul viaggio a Rio. Vince la Francia per 45-40. Podio per la Svizzera. 

 

Dalla Francia alla Francia. Da Mosca a Tallinn, passando per Berna. Ma, soprattutto, dal baratro dell’Inferno alle porte del Paradiso. La scalata verso il vertice del quartetto di spada maschile azzurro sembra procedere spedito e inseorabile: quarto posto mondiale, terzo in Svizzera, secondo oggi. Che significa un’ipoteca più che seria sul pass Olimpico, ora che le gare da disputare sono solo due e il vantaggio sulla concorrenza diretta aumentato. Guai a sedersi sugli allori, ma poter affrontare le prove di Heidenheim e Vancouver senza l’assillo di dover per forza fare risultato è un sollievo mica di poco conto per Enrico Garozzo e compagni (Marco Fichera, Paolo Pizzo e Andrea Santarelli), che inoltre possono cavalcare l’onda dell’entusiasmo per provare a compiere quell’ultimopassettino che ancora manca per arrivare più in alto di tutti, la dove si può sentire l’Inno nazionale risuonare per te.

A Tallinn torna a regnare la Francia, per una dedica speciale che sicuramente andrà a chi ha perso la vita nella folle notte di venerdì 13 novembre. Un match equlibratissimo, chiusosi sul 45-40 con la firma finale di Jean Michel Luceneay, tornato a prendere posto in quartetto accanto ai confermatissimi Gauthier Grumier (non utilizzato contro l’Italia), Daniel Jerent e Ronan Gustin. Come a Mosca, gli azzurri hanno tenuto botta contro la formazione dominatrice dell’ultima stagione, rimanendo incollati nel punteggio e mettendo in più di un’occasione il naso davanti, senza però questa volta riuscire a piazzare la zampata decisiva per ripetere la meravigliosa giornata moscovita. Il break decisivo lo piazza Jerent alla frazione 8, con un parziale di 8-3 ai danni di Fichera che lancia poi Luceneay verso il traguardo con un tesoretto di 4 stoccate da amministrare contro Enrico Garozzo. Una missione che l’esperto francese porta a termine con assoluta tranquillità, malgrado Enrico profonda tutti gli sforzi per arrivare alla arrimonta, fino al 45-40 con cui si chiude il match.

Ma, al netto del risultato di per sè ottimo, la gara di oggi racconta molto altro. Racconta ad esempio della camaleonticità del quartetto azzurro, bravo ad adattarsi alla scherma di volta in volta proposta dagli avversari e di venire a capo degli enigmi lanciati da chi stava dall’altro capo della pedana: prova ne sia il match di semifinale contro l’Ucraina, autentica bestia nera del team Italiano. Come da copione, gli ucraini la buttano sul tatticismo esasperato, ai limiti del parossimo: dopo 3 assalti il punteggio non si è ancora schiodato dallo 0-0, il quarto e il quinto si chiudono con due parziali speculari (3-4 Pizzo e 4-3 Fichera) quindi altre frazioni senza stoccata prima che Marco Fichera, messo in chiusura, firmasse il 3-1 decisivo su Nikishin e di fatto una vittoria in solitaria, dato che 7 delle 10 stoccate (10-8 il punteggio finale) sono state farina del suo sacco. Ma è tutta la squadra ad aver girato bene oggi, con un Paolo Pizzo carico a pallettoni tornato a ruggire come ai vecchi tempi e un ottimo Enrico Garozzo.

La sfida per il terzo gradino del podio ha visto, infine, prevalere la Svizzera, che dopo aver perso in semifinale contro la Francia, ha poi battuto l’ucraina con il punteggio di 45-41.

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