C’è ancora vita, c’è ancora speranza

L’Italia chiude sesta nella prova a squadre di Barcellona. E si giocherà tutto a Buenos Aires. Vince l’Estonia. 

 

Doveva andare meglio. Ma poteva, di contro, andare molto peggio. L’Italia chiude al sesto posto la prova a squadre di Barcellona e rimanda all’ultima prova il verdetto finale. Rio o non Rio, saranno le pedane di Buenos Aires a deciderlo. Laddove un anno fa il quartetto azzurro raggiunse l’apice vincendo dopo una corsa di sei podi consecutivi, a metà febbraio si giocherà il futuro olimpico. Altre settimane di passione – e di pressione – per le ragazze di Cuomo, la cui prova odierna si interrompe ai quarti di finale al cospetto della Corea del Sud.

Una sconfitta che le costringe ad abbandonare la lotta per le medaglie e a giocarsi il tutto per tutto negli assalti per i rincalzi: la bella reazione contro la Romania di Ana Maria Popescu, stesa da un parziale di Mara Navarria proprio ai danni della capitana, è stata però seguita dalla pesante sconfitta rimediata dalla Svezia (24-45) nell’assalto che valeva il quinto posto. Per la prova decisiva, Cuomo mischia un po’ le carte: Francesca Boscarelli parte titolare al posto di Bianca Del Carretto, non al meglio dopo l’influenza che le ha compromesso la prova individuale, mentre in chiusura non c’è Rossella Fiamingo – sostituita poi da Bianca Del Carretto contro la Romania-  ma la galvanizzatissima Mara Navarria reduce dalla vittoria di ieri. I brividi iniziano già dal primo assalto del mattino, con la vittoria allo sprint sul Giappone quindi il percorso in altalena fino al sesto posto finale.

Un peccato davvero, anche perchè l’Ucraina – diretta avversaria delle azzurre – usciva subito dai giochi per mano della Svezia, mentre là davanti si involava l’Estonia. La nazionale baltica (Julia Beljajeva, Irina Embrich, Erika Kirpu e Kristina Kuusk) oggi è una macchina perfetta che non conosce rivali, e assalto dopo assalto si issa fino al gradino più alto del podio. Il 26-22 rifilato alla Russia (Tatiana Gudkova, Violetta Kolobova, Tatiana Logunova, Lyubov Shutova) descrive perfettamente quanto siano toste e coriacee le estoni, capaci di rimettere in piedi un assalto cominciato nel peggiore dei modi dopo che la Kirpu si era presa 5-0 dalla Kolobova nel primo periodo del match. Al terzo posto chiude la Corea, che vince allo sprint il derby asiatico contro le campionesse del Mondo della Cina.

Una vittoria vitale per Kirpu e compagne, che al momento sarebbero la quarta nazione ad accedere per qualificazione diretta. Dietro, un magma con diverse nazioni, reso ancora più nebuloso dal calcolo degli scarti (viene eliminato il peggior risultato ottenuto nelle prove di qualificazione, in questo caso il nono posto di Legnano)  e delle quote continentali. Ma una cosa è certa: a Buenos Aires è una questione di vita o di morte. Ci sono tre settimane per oliare i meccanismi e mettere a punto anche il più piccolo dei dettagli, quello che potrebbe fare la differenza fra un viaggio a Rio e una delusione davvero inimmaginabile nello stesso periodo di 365 giorni fa. E chissà che i bei ricordi che evoca Buenos Aires possano essere da spinta per un buon risultato; quello che renderebbe inutile ogni calcolo e metterebbe nelle mani delle azzurre il tanto agognato biglietto per le Olimpiadi brasiliane.

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

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