Non chiamiamoli semplicemente spadaccini

Ad Acireale è polemica per l’uscita infelice di un consigliere comunale dopo i festeggiamenti cittadini per le medaglie olimpiche  

 

Non serve essere appassionati e narratori di questo sport meraviglioso che è la scherma, per provare profonda amarezza in seguito al discorso del consigliere comunale di Acireale Nino Sorace, e  le sue parole di biasimo per il carosello di auto organizzato in occasione dei festeggiamenti per l’oro olimpico di Daniele Garozzo.

Perché è vero, Daniele Garozzo non ha vinto la Coppa del Mondo di calcio, citata da Sorace come punto più alto del trionfo sportivo, peraltro palesando gravi lacune alla voce “cultura sportiva”. Ha fatto qualcosa di molto più grande, vincendo la medaglia d’oro in quella che – per tutti gli atleti che scelgono di non fare del pallone e di un rettangolo verde la propria vita – rappresenta la massima aspirazione, ovvero l’Olimpiade. Laddove solo i migliori arrivano e solo i migliori fra i migliori trionfano.

E assieme a Daniele, han fatto qualcosa di ugualmente grande altri due acesi, Enrico Garozzo – suo fratello maggiore – e Marco Fichera, anche se loro si sono fermati un gradino più in basso. Limitare tutto a “qualche colpo di spadaccino” – per usare le testuali parole del Consigliere – significa mancare di rispetto a chi, per arrivare sin lassù, ha fatto sacrifici, lottando contro avversari fortissimi, ma anche contro sè stessi nei giorni in cui la voglia di andare ad allenarsi era latitante, o la testa immersa in altri pensieri o le gambe imballate e riottose a rispondere ai comandi. Da Acireale, Daniele, Enrico e Marco, hanno spiccato il volo, facendo armi e bagagli per trasferirsi lontano chilometri da casa, dalle famiglie, dagli affetti di una vita. E ad Acireale, dalla lontana Rio, hanno restituito lustro e prestigio. Perché lì, alla città natia, torna il pensiero dopo ogni trionfo. Un lustro che per una volta val bene un occhio chiuso sull’invasione di una zona a traffico limitato da parte di un carosello festante.

Non per chi ha deciso di fare il Bastian Contrario, di chi ha trovato modo per innescare una polemica priva di senso. E più di ogni altra parola, vale quanto detto da Enrico Garozzo nel suo sfogo tramite Facebook: «Ho pensato molto se intervenire o meno sull’argomento e, alla fine, ho deciso di farlo tramite un post su Facebook. Premetto che il mio è un post che non vuole servire per screditare questa o quella fazione politica, ma vuole essere solamente un grido di allarme per far sì che ci si renda conto a chi si mette in mano la città. Giusto ieri, in un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, parlavo di problemi di mentalità di noi siciliani. Problemi che ci ancorano e ci lasciano sempre un passo indietro rispetto agli altri, nonostante siamo pieni di talenti, risorse umane e non. Dove sta il problema allora? Il problema sta nel fatto che si deve strumentalizzare qualsiasi cosa,si deve fare polemica su qualsiasi cosa. Anche a discapito del bene e del progresso della propria città. L’intervento di ieri secondo me ha dell’assurdo, e rispecchia bene tutto quanto ho provato a esprimere in queste poche righe. Chiediamo scusa se abbiamo vinto solamente 3 medaglie olimpiche facendo solo dei colpi di spadaccino invece che una Coppa del Mondo! Alla fine, a pensarci bene, è giusto fare polemica su un carosello fatto per dei ragazzi che hanno portato il nome della città, la mia città, quella di cui sono innamorato,in alto nel mondo. Scusate ancora, in fondo abbiamo fatti soli dei colpi di spadaccino!».

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

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