Fioretto, una prima parte di stagione da protagonista

Tanto la maschile quanto al femminile il fioretto azzurro è stato protagonista di una prima parte di stagione più che positiva. Fra i soliti noti e qualche nome (relativamente) nuovo.

 

Vittorie, podi e – cosa ben più importante per il credo di Andrea Cipressa, come da sue parole dopo il Gran Prix di Torino – la sensazione di avere un bel gruppo di ragazze e ragazzi in gradi di poter dire la loro quando si tratta di lottare per le posizioni che contano. Questo, in estrema sintesi, il riassunto della prima parte di stagione 2016/2017 per quanto concerne il fioretto azzurro, che ha chiuso proprio sotto la Mole questa porzione di annata post Olimpica.

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Elisa Vardaro, Arianna Errigo e Martina Batini. Il podio a Cancun è tutto affare azzurro con la vittoria della monzese. (Bizzi/Fie)

Partemdo dal settore femminile, la certezza si chiama ancora Arianna Errigo. Smaltita la delusione olimpica, la muggiorese ha ripreso a Cancun il filo con la vittoria e proseguito fra Saint Maur e Torino – chiudendo al terzo posto entrambe le prove –  la sua striscia di podi in Coppa del Mondo che ormai prosegue da una decina di gare. Al momento la sua doppia sfida di fiorettista e sciabolatrice portata avanti con l’ambizioso programma di centrare un’altrettanto doppia, storica, qualificazione alle prossime Olimpiadi di Tokyo 2020, non sembra averla distratta da quella che è la sua missione principale, ovvero continuare a dominare in quella che è la sua vera “casa schermistica”, ovvero il fioretto. Riaccendendo quel dualismo con Inna Deriglazova che ha scandito le ultime stagioni, con le due regine che al momento stazionano a una vittoria a testa.

A far felice Andrea Cipressa, in questa prima parte di stagione anche altre ragazze: da Alice Volpi – che proprio a Torino ha ritrovato il podio che le mancava esattamente da un anno, da quando ciè sbaragliò la concorrenza proprio al Pala Ruffini – a Martina Batini, senza dimenticare Elisa Vardaro, bravissima a Cancun a salire sul treno giusto che l’ha portata dritta in finale e a un secondo posto che vuol dire primo podio in carriera. E, ancora, Erica Cipressa (entrata nei sedici a Saint Maur) e Olga Calissi, eroina sfortunata a Torino per un maledetto infortunio che le ha impedito di proseguire una gara che avrebbe potuto darle tanta gioia.

Una menzione poi la merita Camilla Mancini: il podio sfiorato per una stoccata e le buone prestazioni fra Saint Maur e Torino hanno portato la ventiduenne fiorettista di Frascati a guadagnarsi la sua chance nel Dream Team per la gara di Algeri, che il prossimo gennaio sancirà la ripartenza della stagione.  Una squadra che sin qui ha fatto due su due nelle gare disputate e che proverà anche in Algeria a salire sul gradino più alto del podio.

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Alessio Foconi esulta dopo la stoccata della vittoria a Torino (Bizzi/Fie)

Italia contro Stati Uniti è stato il dualismo che più di ogni altro ha infiammato questa prima parte di stagione per quanto concerne il settore maschile. E se questi ultimi “battono” l’italia per 2-1 per quanto concerne le vittorie complessive, è altrettanto vero che l’Italia ha sempre presentato sul podio almeno un atleta. Addirittura tre al Cairo nella prova individuale – con Alessio Foconi secondo mentre Lorenzo Nista e Andrea Cassarà hanno chiuso terzi – mentre a Tokyo è toccato a Giorgio Avola e Alessandro Paroli – al suo primo podio in assoluto – comparire nella foto ricordo di fine gara. E poi il tripudio finale, con la vittoria torinese dello stesso Foconi, che corona con il primo centro in carriera una stagione che lo ha sempre visto protagonista della lotta ai piani alti.

Tanti nomi, tanti interpreti a rafforzare ancora di più il concetto cipressiano del voler costruire un gruppo in gradi di lottare al vertice piuttosto che puntare tutto su un singolo fuoriclasse. Cinque atleti diversi sul podio, e tanti altri a mettersi in luce dietro. A partire da Daniele Garozzo, che il podio lo ha sfiorato in due occasioni e sempre rimanendoci giù per la fatal ventinovesima stoccata. Capitolo a parte la gara casalinga, che il campione Olimpico di Rio ha affrontato non al top della condizione fisica e si è visto, con vittorie molto faticose nei primi due turni e lo stop arrivato agli ottavi di finale per mano di Enzo Lefort. Ma la prova sotto la Mole ha raccontato altro: ad esempio di un grande Valerio Aspromonte, tornato a fare finale a otto, ma anche di giovani che si sanno raffrontare ad armi pari e senza complessi ai più forti atleti del Mondo, si veda Davide Filippi e le sette camicie fatte sudare ad Alexander Massialas.

A tutto questo bisogna poi aggiungere il doppio terzo posto conquistato nelle prove a squadre con un quartetto per la metà rinnovato rispetto a quello che ha chiuso quarto le Olimpiadi. E se è vero il detto che chi ben comincia è a metà dell’opera, visti gli albori questa stagione 2016/2017 ha tutte le carte in regola per essere molto ricca di gioie per l’Italfioretto. Al femminile come al maschile.

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Fotografia Augusto Bizzi/Fie
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