Heidnheim è coreana, Garozzo si ferma ai quarti

Park Kyungdoo vince in Germania. Enrico Garozzo beffato da Park ai quarti di finale. Stop agli ottavi per Fichera, nel tabellone dei 32 per Vismara.

 

Se non è una maledizione, poco ci manca. Ad Heidenheim Enrico Garozzo ancora una volta sul più bello vede sbarrarsi all’ultimo ostacolo la strada che porta al podio. Come a Berna, quando a fermarlo era stato Andrea Santarelli, o come a Buenos Aires quando a batterlo allo sprint era stato Jean Michel Lucenay. Questa volta a condannarlo è una precisa botta al piede di Park Kyungdoo, dopo che Enrico era stato bravo a ricucire un assalto che il coreano stava conducendo in porto.  Ma se il podio sembra tabù, lo spadista siciliano torna a casa dalla Germania con la terza finale a otto in quattro gare, che certifica ancora una volta di più l’assoluta costanza di rendimento di Enrico.

Ma non è questa l’unica nota positiva di una gara che, dopo la giornata di ieri in cui tutti ad eccezione di Federico Vismara avevano mancato l’accesso al main draw, era partita tutt’altro che bene. Da rimarcare la prestazione dell’under 20 allievo di Alfredo Rota e Diego Confalonieri a Milano, che stende il vincitore di Doha – il coreano Kwoen – e poi lotta cedendo di una stoccata al giapponese Kano, terzo di giornata. Si ferma agli ottavi Marco Fichera, battuto in un derby estremante tattico da Enrico Garozzo.

La gara alla fine è tutta una questione fra la Francia e la Corea, con Park Kyungdoo a spuntarla su Yannick Borel per 15-12, regalando alla corazzata asiatica la terza vittoria di fila in una prova di Coppa del Mondo di spada maschile. Ma la copertina di oggi se la prende tutta l’ungherese Mate Tamas Koch, classe 1999, che trova la giornata di grazia e artiglia un incredibile terzo posto dopo aver steso, fra gli altri, gli ultimi due campioni Olimpici (Limardo Gascon ai sedicesimi e Sangyoung Park agli ottavi) e un bi-campione del Mondo come Nikolaj Novosjolov, costretto all’ultima stoccata a rimanere giù dal podio. A fermarlo, non senza fatica, ci ha pensato Borel. Terza piazza anche per il già citato giapponese Koki Kano, anche lui come l’ungherese al primo podio in carriera. Per le giovani promesse, però, arriverà il tempo. Al momento a comandare sono ancora le vecchie volpi della pedana.

Classifica – 1. Park (Kor), 2. Borel (Fra), 3. Koch (Hun), 3. Kano (Jpn), 5. Garozzo (Ita), 6. Novosjolov (Est), 7. Jerent (Fra), 8. Bonnaire (Fra)

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Fotografia di Augusto Bizzi/Fie