Sciabola maschile: il riepilogo del “Trofeo Luxardo”

Temi, approfondimenti e statistiche sulla tappa di Coppa del Mondo di sciabola maschile di Padova

 

Prima sfida del 2017 per la sciabola maschile, che nel fine settimana appena andato in archivio ha ospitato la sessantesima edizione del prestigiosissimo “Trofeo Luxardo”. Tanto spettacolo e tante emozioni, tutte da rivivere nel nostro approfondimento del lunedì.

La stoccata della discordia – Una finale bellissima, appassionante e sempre in bilico quella fra Italia e Corea, atto decisivo della prova a squadre di domenica. A deciderla in favore di Gu e compagni, una stoccata di Oh Sanguk che ha lasciato il retrogusto amaro nella bocca degli azzurri. Non tanto per l’esito, quanto per l'”eccesso di zelo” dell’arbitro, che in una fase così delicata del match (sul punteggio di 44-44) avrebbe potuto attendere un’azione più netta per assegnare la stoccata decisiva. E il rammarico di casa Italia è evidente nelle parole di tutto il gruppo alla fine della gara. Difficile da non condividere, ma resta l’orgoglio per una grandissima prova di tutto il quartetto azzurro, che centra il terzo podio in altrettante gare con due secondi posti e una vittoria.

Spettacolo Aldo Montano – Con il livornese in pedana, lo spettacolo è sempre garantito. A 39 anni Aldo Montano è capace ancora di cose al limite della fantascienza: per maggiori informazioni chiedere ad Andras Szatmari, che dopo aver chiuso Montano a fondo pedana, si vedere parato il proprio attacco prima di subire la risposta vincente con l’azzurro già in caduta. Punto Italia e palazzetto che viene giù, perchè la classe è senza tempo. E uno così è patrimonio della scherma mondiale, prima ancora che di quella italiana.

Un pubblico da brividi – Un grande applauso lo merita il pubblico di Padova. Numeroso e molto competente, ha seguito con grande passione tutti gli assalti. Tifando gli azzurri, ma anche fermandosi ad assistere alle sfide che hanno messo in palio il Trofeo una volta che anche l’ultimo atleta italiano – Luca Curatoli – era stato eliminato. Fra i più applauditi ed incitati, Aron Szilagyi, con il bi-campione olimpico che godeva di una nutrita pattuglia di fan soprattutto fra i più piccoli. A proposito: tante le scolaresche che hanno rumorosamente colorato l’avvio di giornata il giorno della prova individuale. Davvero tutto molto bello.

Una prima volta di prestigio – Non poteva scegliere occasione migliore Andras Szatmari per festeggiare la sua prima vittoria in Coppa del Mondo. Il ventiquattrenne ungherese, vice-campione del Mondo Under 20 nel 2013 a Porec, ha sbaragliato la concorrenza, rinnovando la tradizione della scuola magiara nella gara padovana, diventando il settimo tiratore dell’Ungheria a vincere il “Luxardo”: prima di lui ci erano riusciti Tibor Pesza (1962,1965), Zoltan Horvath (1963), Peter Bakonyi (1966), Imre Gedeovari (che con quattro vittorie è il secondo più vincente di sempre in coabitazione con Michele Maffei), Domonkos Ferjanciks (2003) e, in tempi più recenti Tamas Decsi (2008) e Aron Szilagyi (2010 e 2015)

La maschera stregata – Come per la vecchia “Coppa Rimet”, antesignana della Coppa del Mondo di calcio che oggi tutti conosciamo, anche per il magnifico trofeo spettante al vincitore del Luxardo diventa proprietà di chi si afferma per tre volte (anche non consecutivamente) nella prestigiosa tappa padovana. La rincorsa di Aron Szilagyi, unico fra gli atleti in attività a poter ambire di mettere in valigia la maschera dorata, si è però fermata ai quarti di finale, per mano del coreano Sanguk Oh. Ci tenterà l’anno prossimo e per molti anni a venire, perchè fra il Luxardo e Szilagyi l’amore è reciproco, al punto che il più acclamato e tifato dal pubblico dopo gli azzurri è proprio lui, il fuoriclasse ungherese capace per due volte di salire sul trono di Olimpia.

Twitter: agenna85

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma