Spada femminile: il riepilogo del Trofeo Carroccio

Temi, approfondimenti e statistiche sulla tappa di Coppa del Mondo di spada femminile di Legnano.

 

Legnano ha ospitato nel fine settimana le migliori spadiste del Mondo per l’appuntamento classico con il Trofeo Carroccio, giunto alla sua edizione numero 41. Tre giorni di gara molto intensi, in cui non sono mancate emozioni e tanto spettacolo. Un week-end da rivivere nel nostro consueto approfondimento e riepilogo del lunedì.

Marta Ferrari, tre anni dopo – Sulle pedane del Pala Borsani è stata la migliore della truppa azzurra. Ma la gara di casa, per Marta Ferrari, ha sancito anche il ritorno in una finale a otto di Coppa del Mondo tre anni dopo l’ultima volta, datata febbraio 2014. Allora si gareggiava a Budapest. Un bel regalo per la spadista reggiana, dopo un avvio di stagione difficile, contraddistinto anche da una poco gradita visita all’ospedale di Tallin mentre era in Estonia per la prima gara stagionale. Gara gagliarda la sua, cominciata al venerdì con la lunga giornata di qualificazione e interrottasi solo al cospetto della numero 1 al Mondo, Sarra Besbes; in mezzo, le vittorie di autorità contro Nathalie Moellhausen e Monika Sozanska e quella al cardiopalma contro la russa Gudkova. Prima di dare del filo da torcere alla Besbes e uscire fra gli applausi di tutto il Pala Borsani.

La grinta di Gaia – Classe 2001, dominatrice in Italia nella categoria Cadetti e tanta, tanta personalità. Per il momento il nome di Gaia Traditi è solo una (splendida) suggestione per un futuro roseo, ma intanto lo segniamo nel nostro proverbiale taccuino del giornalista. A sedici anni e alla prima uscita in Coppa del Mondo fra le “grandi”, la spadista romana centra la qualificazione al tabellone delle 32 e lo fa battendo nuovamente Rossella Fiamingo dopo averlo già fatto lo scorso giugno agli assoluti di Roma. Un bell’assalto, quello tirato dall’allieva di Pantoni, che ha sempre tenuto testa alla bi-campionessa del Mondo e non ha mai perso la lucidità, anche al momento di chiudere i conti. A fermarla, la francese Rembi, che a fine giornata avrebbe chiuso seconda.

Lampi di Roberta – Fra le altre note positive della giornata di sabato, sicuramente la prova di Roberta Marzani. Ottavi di finale e miglior risultato in carriera per la ventenne bergamasca, fermata solo dalla maggiore esperienza della estone Irina Embrich. La rimonta contro la cinese di Hong Kong Meng Wei Kong è però tanta roba: sotto 10-14 contro un’atleta che staziona nelle parti alti del ranking, la Marzani ingrana la marcia giusta e tira giù il palazzetto sprintando sul 15-14. Applausi più che meritati e una bella iniezione di fiducia per questa promettente spadista al suo primo vero anno da Assoluta.

Tre passi indietro – Dopo i segnali visti a Barcellona, si attendeva ben altra prova dalle azzurre della spada nella gara della domenica. E invece gli Usa, battuti per 45-18 in Catalogna, questa volta si prendono la loro rivincita e costringono le azzurre alla lotta per i posti di rincalzo. L’indisponibilità di Giulia Rizzi, presente in quartetto ma di fatto mai impiegata se non per una frazione contro la Polonia per non rischiare di aggravare una lesione muscolare rimediata alla vigilia del Carroccio, non aiuta i piani di Casa Italia, che alla fine si deve accontentare del nono posto. Le vittorie contro Hong Kong, Polonia e Svizzera sono state una bella reazione, ma da un quartetto con questo potenziale qualcosa di più è lecito aspettarsi.

Legnano casa Estonia – Lo scorso maggio, nell’edizione “bonus” del Carroccio in sostituzione della prova di Johannesburg, a imporsi fu Erika Kirpu, che centrò sulle pedane del Pala Borsani la sua prima vittoria in Coppa del Mondo. Nove mesi dopo, a innalzarsi più in alto di tutte, è ancora la bandiera estone: la firma questa volta è di Julia Beljajeva, iridata nel 2013 a Budapest, che come la sua connazionale sceglie il palcoscenico italiano per firmare il suo primo successo a livello di Coppa del Mondo. Un ritorno sul podio atteso tre anni, dopo la seconda piazza a Doha nel 2014, e coronato nel migliore dei modi, con una gara di grande spessore. A coronamento di un buon momento di forma suo e, più in generale, di tutto il team baltico

Lauren, ritorno in grande stile – Una lunga pausa per staccare completamente dopo la tremenda delusione di Rio 2016 per una medaglia accarezzata e poi sfumata sul più bello sotto i colpi dapprima di Emese Szasz quindi di Yiwne Sun, che le ha tolto almeno la consolazione del bronzo. Lauren Rembi si è ripresentata in pedana a Legnano, tirata a lucido e in grande forma. Si è fermata solo in finale, al cospetto di una Beljajeva decisamente ispirata e a tratta “ingiocabile”. Il lungo periodo lontano dalla pedana le ha permesso di riordinare le idee e trovare le giuste motivazioni, e la gara di Legnano le ha dato ampiamente ragione.

Dominio cinese – Due vittorie di fila, sempre beffando all’ultimo atto l’Estonia. La Cina di Hugues Obry, per 3/4 nuova rispetto a quella medagliata a Rio di cui è rimasta la sola Yiwen Sun, si conferma a pieno merito la numero 1 del ranking internazionale della disciplina. Squadra solida e decisamente giovane, rischia veramente solo in occasione della semifinale contro l’Ucraina, con la Zhu che si fa rimontare dalla Bezhura prima di trovare il guizzo vincente alla priorità. Contro l’Estonia controlla per lunghi tratta, piazza il minibreak e poi gestisce con assoluta tranquillità il tentativo di ritorno delle avversarie.

Twitter: agenna85

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Fotografia di Augusto Bizzi