Plovdiv: dieci medaglie fra conferme, sorprese e rammarico

Dodici medaglie, di cui due d’oro. Il bilancio finale dei Mondiali Cadetti e Giovani di Plovdiv. E ora rotta verso Verona 2018.

 

C’è soddisfazione in casa Italia al termine dei Campionati Mondiali Cadetti e Giovani di Plovdiv 2017. Una rassegna che non poteva avere chiusura migliore, con la riconferma degli spadisti sul tetto del Mondo e un totale complessivo di dodici medaglie. Ma al netto delle considerazioni meramente numeriche – saldo in negativo di -5 rispetto alle 17 medaglie di Bourges 2016 – il bottino degli azzurri si presta a molteplici prospettive di analisi.

Partiamo dalla categoria Cadetti: Davide Di Veroli è certamente la nota più lieta. Doppietta per lui, con l’oro iridato a fare da seguito a quello Europeo vinto il mese prima. Il bronzo di Alessio Di Tommaso nella prova di fioretto maschile ha completato il medagliere complessivo della prova Cadetti. Ma se il solo computo numerico può far pensare a un deciso passaggio indietro rispetto a Bourges (quando arrivarono otto medaglie, di cui tre d’oro), non bisogna dimenticare di tenere conto di alcuni fattori.

Innanzitutto il passaggio alla categoria superiore di quasi tutti i protagonisti di quella kermesse: da Matteo Neri – oro nella sciabola – ad Alessandra Bozza, passando per Beatrice Cagnin, e Gianpaolo Buzzacchino, tutti loro hanno fatto il salto di categoria, non potendo di fatto difendere le medaglie conquistate l’anno precedente in Francia. A complicare i piani azzurri, poi, anche tabelloni poco benevoli, con tanti incroci fra italiani spesso nei turni iniziali e spesso in successione. Qualche delusione, va detto, c’è comunque stata: da Gaia Traditi a Tommaso Marini, che proprio qui un mese prima aveva conquistato il titolo, fino alle fiorettiste, rimaste all’asciutto di medaglie.

Un saldo di più uno nel complessivo anche se, rispetto a Bourges, alla contabilità manca una medaglia d’oro. C’è la riconferma del quartetto della spada maschile e, più in generale – e in questo discorso rientra anche la categoria Cadetti – della spada come movimento, corroborata dalle medaglie individuali di Valerio Cuomo (argento), Cosimo Martini (bronzo) e Federica Isola, oltre all’argento non senza rammarico delle spadiste nella gara a squadre. A completare il quadro, gli argenti a squadre di entrambe le compagini della sciabola e quello – splendido – di Serena Rossini, oltre ai bronzi di Guillaume Bianchi nella prova individuale di fioretto maschile.

Archiviato il Mondiale bulgaro, è già tempo di guardare al futuro: fra un anno si gioca in casa, con il Mondiale che sarà ospitato a Verona. Un evento a cui la giovane italscherma comincia già a guardare con grande fiducia ed entusiasmo. Per confermarsi ancora fra i migliori al Mondo, ma – per dirla con le parole di Paolo Azzi, capodelegazione delle spedizione bulgara – anche per mettere a frutto le esperienze accumulate a Plovdiv e, soprattutto, cogliere quelle occasioni sfumate negli scorsi dieci giorni. E trasformare l’amarezza in gioia.

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Fotografia Augusto Bizzi per Federscherma