Lipsia 2005, l’impresa d’oro della neo-mamma Vezzali

Lipsia 2005, la più grande impresa di Valentina Vezzali

In quell’edizione dei Mondiali tedeschi, Valentina Vezzali si presentò al via dei Mondiali fresca di maternità. E sbaragliò la concorrenza vincendo un oro entrato nella storia.

 

«Chi dice che una cosa è impossibile, non dovrebbe disturbare chi la sta facendo». A scolpire a imperitura memoria questa frase, un signore che, con la sua teoria della relatività – solo per citare uno dei tanti contributi dati da Albert Einstein alla scienza e alla cultura del secolo scorso – avrebbe rivoluzionato il mondo della fisica. Qualche anno dopo, ironia della sorte proprio nella Germania patria natia di Einstein, una jesina tosta come poche, da poco tornata in azione dopo aver dato alla luce il suo primogenito, avrebbe tradotto in brutale dimostrazione pratica l’assunto einsteniano.

Diciotto giorni. Tanto è passato fra la nascita del piccolo Pietro e il ritorno in pedana di Valentina Vezzali. A trentun anni e con la sacca già traboccante di medaglie, la jesina scalpita, pronta a tornare sulle scene per provare a saziare quell’atavica fame di vittoria che l’accompagna fin dalla più tenera età. Ha una voglia matta di calcare ancora una volta il palcoscenico, di fare vedere alle avversarie – che forse stavano già cullando il pensiero di prendersi il trono del fioretto femminile contando  sul fatto che la Regina si potesse concedere una pausa – che in città a comandare è ancora lei. A seguirla passo a passo, Annalisa Coltorti, preparatrice atletica che si sarebbe poi rivelata fondamentale per le vittorie di un’altra gemma made in Jesi; ma questa è un’altra storia.

Valentina Vezzali in azione contro la Nam nei quarti di finale (Ansa)

L’appuntamento con la storia, per Valentina va in scena il giorno 9 ottobre 2005. Pietro, proprio quel giorno, festeggia il suo quarto mese di vita, mentre sua mamma si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua leggenda. È lei la campionessa del Mondo in carica, è lei la fresca bi-campionessa Olimpica, è lei la donna su cui tutti i riflettori sono puntati. Il primo assalto, quello contro la britannica Datoo, è poco più che una formalità, il 10-7 alla russa Rouzavina è l’aperitivo per le larghe vittorie contro la francese Corinne Maitrejean e la coreana Nam Hyunhee – per le quali Valentina sarebbe diventata fonte di tante notti insonni – che le spalancano le porte del podio. La medaglia è assicurata, e con essa un’impresa che già sarebbe da annali. Ma non si diventa la più grande di sempre se ci si accontenta. La campionessa ha fame, ha voglia di sbancare il jackpot e anche Edina Knapek ne deve prendere atto: alza bandiera bianca la magiara, che dopo aver fatto soffrire l’azzurra, deve lasciarle strada sul 9-7 e accontentarsi di un terzo posto da condividere con la francese Adeline Wuilleme.

Valentina Vezzali esulta, è oro! (Ansa)

Fra la Vezzali e il suo personale quarto oro iridato restava ancora un ultimo ostacolo, la padrona di casa Anja Müller: la fiorettista di Postdam ha dalla sua il pubblico e la grande occasione di mettere in bacheca un titolo di grande prestigio. Ed è proprio lei a partire con l’acceleratore a tavoletta, arrivando anche ad avere un buon margine di quattro stoccate quando si porta sul 6-2. La Vezzali, che fino alla semifinale aveva avuto un percorso netto e aveva palesato i primi segni di sofferenza contro la Knapek in semifinale, è costretta ad un estenuante inseguimento. Estenuante e a tratti frustrante, perché ogni volta che l’azzurra arriva a tiro, la tedesca riesce sempre a riallungare. Quando mancano 42 secondi alla fine della contesa, il punteggio è 10-8 Müller; cinque secondi dopo a regnare è la più assoluta parità e il tabellino allineato sul 10-10. In mezzo, due guizzi letali, due morsi del cobra che stordiscono la tedesca. Ma che soprattutto portano la contesa al minuto supplementare. La sorte assegna alla padrona di casa, con l’azzurra che, se vuole vincere l’oro, ha una sola soluzione a disposizione: toccare lei.

Detto, fatto. 11-10 e impresa completata. Oro iridato numero quattro in carriera, e vittoria che entra di diritto nella galleria di capolavori dipinti da Valentina nell’arco della sua carriera. Ne avrebbe mandate altre, di imprese, agli annali della scherma. Perché alla più grande di sempre la parola impossibile non piace. E se qualcuno, un giorno della vostra vita tirerà fuori questo vocabolo, ricordatevi di Einstein. Ma, anche, di Valentina Vezzali da Jesi.

Twitter: agenna85

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