Due titoli iridati e un argento olimpico negli ultimi tre anni. Rossella Fiamingo, quando il gioco si fa duro, impone le sue regole. E si candida per un’altra gara da protagonista in Germania.
Oro, oro, argento. E un quarto capitolo ancora da scrivere. Perché quando il gioco si fa duro, Rossella Fiamingo comincia a giocare. La spadista catanese, 26 anni appena compiuti, parte per Lipsia da vice campionessa olimpica in carica, e con la responsabilità di difendere non uno ma ben due titoli Mondiali consecutivi, che nel giro di un anno, tra il 2014 e il 2015, l’hanno catapultata di diritto nella storia della scherma, come una delle tre atlete in grado di conquistare due titoli iridati nella spada femminile. Come Marianne Horvath (1991 e 1992), ma soprattutto come la grandissima Laura Flessel (1998 e 1998).
Nello sport ci sono i regolaristi e gli atleti da picchi improvvisi. Se questi arrivano in concomitanza delle gare più importanti, siamo di fronte a un fenomeno. Discontinua nel corso della stagione, terribilmente puntuale in estate, Rossella è l’identikit perfetto della donna delle grandi occasioni. A Kazan 2014 arrivò forte di due podi (un secondo e un terzo posto) e una finale in Coppa del Mondo. L’anno dopo si presentò a Mosca con una sola finale e fece bis. Zero podi e una sola finale – decisiva per centrare la qualificazione ai Giochi – anche nell’anno olimpico, fino all’argento di Rio.
Quest’anno Rossella si è risvegliata prima del previsto, vincendo il Gp di Budapest a maggio. Ma il resto della stagione conferma il solito trend. Sente l’odore del sangue, Rossella, quando il momento si fa decisivo, e riesce a trasformare la sua calma e la capacità di razionalizzare ogni stoccata (agli Europei di Tbilisi, dopo il match perso con la Logunova per le 16, ha passato almeno 20 minuti a prendere appunto dei suoi errori sul cellulare) in un’arma in più. Quando alle altre tremano le gambe, lei è la più sicura, e riesce a esprimere il meglio della sua scherma. Sarà così anche a Lipsia?
Twitter: GabrieleLippi1
