Giorgio Scarso: «Ampiamente soddisfatto per questo Mondiale»

Il presidente della Federazione Italiana Scherma commenta il risultato della spedizione azzurra ai Mondiali di Lipsia 2017.

 

Ora che il sipario sui Mondiali di scherma di Lipsia si è chiuso, è tempo di bilanci. Quello italiano parla di nove medaglie, di cui quattro d’oro, di vittoria nel medagliere e nella classifica delle Nazioni. Un anno dopo Rio 2016, quando da più parti si erano levate critiche all’operato del movimento azzurro, la scherma italiana rialza la testa e mostra i muscoli. Abbiamo chiesto al Presidente Giorgio Scarso di commentare per noi questo Mondiale appena andato in archivio.

Presidente Scarso, che bilancio traccia di Lipsia 2017?

I risultati emersi da queste gare ci fanno guardare al futuro con grande ottimismo, quello che deve contraddistinguere una Federazione come la nostra. Resta pur sempre un Mondiale di inizio quadriennio, quando si assestano le squadre e i settori, però abbiamo avuto squadre capaci di restare ai massimi livelli come sciabola femminile e fioretto femminile (da lì a poco sarebbe arrivato anche l’oro nel fioretto maschile, ndr), che malgrado abbia perso due atlete del calibro di Valentina Vezzali ed Elisa Di Francisca, ha trovato in Alice Volpi e Camilla Mancini valide sostitute. A dimostrazione di come la programmazione per il rinnovamento stia dando i frutti sperati.

Peraltro il bottino complessivo ha portato in dote la vittoria nel medagliere e nella classifica per Nazioni…

Questi risultati in un campionato del Mondo assoluto significano che è stata fatta una prestazione al di sopra della media generale delle altre Federazioni. Anche se non si può prescindere dalla necessità di analizzare alcune note meno liete.

Ovvero?

Dalla spada femminile oggi (ieri, ndr) ci si aspettava qualcosa di più che purtroppo non è arrivato, ma ci sarà modo di sistemare il tutto. Stesso discorso anche per la spada maschile, che è vero che ha perso con la squadra poi finalista, ma è vero altrettanto che ci sono potenzialità per cui un assalto come quello contro la Svizzera andava portato a casa. Fermo restando che comunque quinto posto non è un risultato da buttare. Peccato anche per il passaggio a vuoto di Curatoli contro Szilagyi nella gara a squadre, che ci ha impedito di andare a tirare per l’oro. Quello che però voglio sottolineare è che nell’assalto successivo il ct gli ha dato nuova fiducia e Luca ha chiuso alla grande portando a casa il bronzo.

Il Mondiale ha chiuso alla grande una stagione di per sé già più che positiva. Come valuta ciò?

Già prima del Mondiale venivamo da uno straordinario campionato Europeo, qui abbiamo vinto medagliere e Gran Premio delle nazioni. Ma anche già nel corso della stagione di Coppa del Mondo abbiamo ottenuto tutta una serie di risultati che ci fanno dire con un pizzico di orgoglio di essere la Federazione leader nel Mondo. E questo lo si vede dal fatto che pur non vincendo in tutte le occasioni, siamo sempre fra i finalisti, fra quelli che le vittorie se le giocano.

C’è una medaglia che più di altra l’ha entusiasmata?

Ogni medaglia ha una sua storia e un suo valore: prendiamo ad esempio il bronzo di Garozzo. Nel dopogara lui ha esternato tutto il suo disappunto per non essere riuscito a fare tripletta, la delusione di aver tirato male, ma anche la correttezza di ammettere che è colpa sua e non dell’arbitraggio. Poi c’è l’oro di Paolo Pizzo, la medaglia del cuore oltre l’ostacolo. E, ancora, il fioretto femminile che ha continuato il suo percorso vincente o la sciabola femminile, ripagata con un oro del tanto lavoro fatto malgrado critiche e punti di domanda. Ma da Presidente della Federazione ci tengo a dire che tutte le prestazioni che fanno i ragazzi sono da applaudire, anche se le cose non vanno per il meglio.

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Fotografia Augusto Bizzi

 

 

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